Il caso

Italia-Svizzera, nuovo confine? Ma non considerano un rifugio: esplode un caso diplomatico

Lo spostamento del confine tra Italia e Svizzera, provocato dallo scioglimento dei ghiacciai, porta con sé delle conseguenze poco piacevoli. Come quella che riguarda il Rifugio Guide del Cervino, italiano, con menù in italiano, che ora però sta per diventare svizzero. Cosa c'entra lo scioglimento del ghiacciaio? La regola vuole che la frontiera tra due Stati corra lungo il crinale della montagna. E la fusione del Teodulo sul Cervino ha portato a un cambiamento sia della forma delle vette che della linea dello spartiacque. Il crinale, in particolare, si è spostato verso l’Italia di 100-150 metri. 

La decisione di spostare unilateralmente la frontiera sarebbe stata presa dalla Svizzera sulla base di un accordo fra Roma e Berna del 2008. Un accordo rivisto l’anno scorso, che prevede la possibilità di procedere con modifiche minori in via unilaterale. L’Italia però non ha mai firmato l’intesa aggiornata nel 2023. Ed è difficile che lo faccia oggi, dal momento che la Svizzera ha spostato il confine a suo favore in una delle montagne più redditizie per il turismo. "Il processo di approvazione della convenzione è attualmente in corso in Italia. Quando le due parti l’avranno firmata, la convenzione sarà pubblicata e la rettifica sarà messa in atto".

 

 

 

A corredo del comunicato non è stata allegata alcuna cartina. "Non saranno resi noti dettagli fino al momento della firma italiana", ha fatto sapere Swisstopo, l’Istituto topografico svizzero. Peccato, però, che una mappa sia trapelata. Si tratta di una cartina pubblicata dalla stampa svizzera, che mostra dei cambiamenti fino a 150 metri di profondità attorno a vette come Testa Grigia e Plateau Rosa, alla Capanna Carrel e alla Gobba di Rollin. Una delle principali ripercussioni di questi cambiamenti riguarda il Rifugio delle Guide Alpine, che sembra destinato a cambiare bandiera. L'Italia, però, non sarebbe affatto intenzionata a permetterlo. Dal ministero degli Esteri hanno fatto sapere che "l'accordo del 2008 non vale per le aree antropizzate. Si è deciso di lasciare le attività economiche in capo a interessi italiani interamente in territorio italiano".