Tasselli

Chiara Petrolini, neonati sepolti in giardino: querelata la teste anonima del Tg1

Le indagini sull'agghiacciante vicenda di Traversetolo proseguono. Il caso è quello dei neonati sepolti nel giardino di casa da Chiara Petrolini, 22 anni, ora agli arresti e accusata di omicidio volontario premeditato e soppressione dei cadaveri dei due figli. In paese le voci corrono e i dubbi montano: in molti sostengono che chi le stava vicino non poteva non sapere.

Le accuse sono terrificanti: Chiara Petrolini avrebbe partorito e sepolto in giardino due bimbi in soli 15 mesi. Ora è attesa dal gip per l'interrogatorio di garanzia. Una figura, quella della madre-infanticida, difficilissima da decifrare, anche per gli inquirenti. Un quadro di solitudine e indifferenza, un disagio che la ha portata a compiere l'orrore più grande. 

Dalle intercettazioni, emerge che i genitori non si sarebbero accorti di nulla. I due sono indagati, come atto dovuto, ma la Procura conferma che risultano estranei. Anche Samuele, il fidanzato, non si sarebbe accorto delle gravidanze e la sua posizione risulterebbe attendibile, tanto da aver subito collaborato nel modo più aperto possibile con gli inquirenti.

 

Ed in questo contesto si aggiunge un'altra vicenda, una querela nei confronti di una donna che al Tg1 aveva detto che la famiglia del fidanzato di Chiara sapeva delle gravidanze. Una testimonianza che è stata bollata dalla famiglia di Samuele come una vendetta e per la quale, come detto, ora si andrà in tribunale.

La testimonianza proposta dal Tg1 era anonima: a parlare una signora, di schiena, volto oscurato e voce camuffata. Chiedeva massima riservatezza e forniva la sua versione dei fatti. "Ero al bar nel quale lavora la mamma dell’allora fidanzato della ragazza, sento gli avventori del bar che dicono la Sonia è arrabbiata perché il figlio ha ancora la fidanzatina incinta. Presumo che molte persone abbiano sentito questa frase, non riesco a capire la volontà di voler coprire questo gesto così atroce a cui non so dare una spiegazione", affermava al Tg1. Parole respinte dalla famiglia di Samuele, che ora ha deciso di ricorrere alle vie legali.