Il progetto

Milano, a scuola arrivano i corsi su trans e fanatismo verde

Andrea Fatibene

La prima frescura autunnale si porta appresso il ritorno sui banchi. Milioni di bambini durante questa settimana vivranno, con più o meno entusiasmo, l’emozione del primo giorno di scuola. E mentre gli insegnanti ripassano i rispettivi programmi, mettendo a punto gli ultimi aspetti organizzativi prima del grande giorno, la politica della Milano rossa, baluardo della “resistenza contemporanea”, fa del suo meglio per mettere becco nelle offerte formative dei futuri elettori. Il contesto è quello di Scuole Aperte, un progetto promosso dall’assessorato competente con l’intenzione di rendere «ciascuna scuola della città, per il proprio territorio, un vero e proprio centro civico» e che coinvolge più della metà degli istituti totali.

Un programma di attività, ancora in costruzione, proposte dagli enti del Terzo Settore, così come da aziende private o d’altro genere, come fondazioni teatri e musei che, senza oneri per l’amministrazione comunale, vanno a completare l’offerta formativa, comunque a discrezioni delle singole classi/istituti. Pura nell’intenzione, l’iniziativa si trasforma in un clamoroso calderone di ideologia woke, dalla propaganda sul catastrofismo climatico all’Arcigay di Milano che vuole «educare alle differenze».

 

 

 

L’offerta è filtrata da un bando che però già parla di «temi che favoriscano l’inclusione sociale». Il risultato è che l’elenco dei corsi diventa una rassegna di titoli melensi che suonano tipo “Il valore delle differenze”, dove Agedo – «un’associazione di genitori, parenti, amiche e amici di persone lesbiche, gay, bisessuali, trans*, +»- pontificherà con i genitori su transfobia ed omofobia. Si passa alle “Migrant Voices: tra ieri e oggi”, l’imprescindibile narrazione sul razzismo e compagnia che non può mancare nel breviario del giovane milanese antifa. Per rimanere in tema di attualità, si scomoda anche Amnesty International che rimarca il “Diritto di protesta pacifica”, che invece si preoccupa di fare le ossa ai proPal di domani. E ancora “Liberi di essere”, “BullisNO”, “Una scuola senza barriere”, “Puro cioccolato” (?), “Accompagnare l’inclusione di famiglie neo-arrivate a Dergano e San Siro” (!), “La palestra delle emozioni” con tanto di spin-off “Dal cuore alle parole, l’alfabeto delle emozioni” dell’Associazione Nassigh. Un elenco che toglie ogni dubbio, qualora ce ne fossero, sullo stampino che Palazzo Marino spera di imprimere alle nuove generazioni.

Non è mistero che il cervello dei bambini sia estremamente plastico: proprio durante gli anni dello sviluppo, dove le connessioni neurali si creano e poi si consolidano con grande semplicità, è sufficiente una spinta gentile per far sì che le idee di un giovane prendano una determinata direzione piuttosto che un’altra. Si vedano i “miracoli” che i piccoli possono compiere imparando una lingua o il gesto tecnico di uno sport, così come i danni che provocano invece le brutte esperienze durante lo sviluppo del soggetto. Cosa che a quanto pare non è sfuggita agli uffici dell’assessorato all’Istruzione milanese il quale, senza troppi scrupoli, ha scelto di approfittare della scuola per tirare acqua al proprio mulino in un magistrale investimento elettorale a lungo termine e a costo zero.

 

 

 

Fortunatamente, «questi corsi vanno approvati all’interno del Piano formativo di ogni istituto attraverso il vaglio del consiglio» e non basta quindi la volontà di una docente per adottare un insegnamento, come rassicura l’Associazione Nazionale Presidi (ANP) di Milano. Ma comunque, oltre ai- troppi - temi cari alla sinistra, tra le opzioni per le scuole elementari e medie non mancano anche iniziative più largamente condivisibili. La Fondazione Mondo Digitale, ad esempio, che offre “Vivi internet al meglio” un percorso prevede «una serie di moduli formativi su benessere digitale, Fake News, cyberbullismo e odio online». Oppure La Lanterna OdV che offre “aiuto compiti e aiuto nello studio” per «garantire autonomia, integrazione e successo scolastico» ai giovani di domani. Menzione d’onore per la Mizu Judo Kai che con “Sicura di te” propone un «corso di difesa personale rivolto a donne, ragazze, con l’obiettivo di fornire le basi tecniche e la sicurezza mentale per affrontare situazioni di minaccia e il pericolo di aggressioni»: questo, nella Milano di Sala, è effettivamente imprescindibile.