L'omicidio

Sharon Verzeni, un testimone rivela: "Con Sergio un turbamento che ha rotto l'equilibrio"

Il caso dell'omicidio di Sharon Verzeni non ha ancora un colpevole o un sospettato ben definito. Nelle ultime ora il compagno, Sergio Ruocco, è stato più volte convocato in caserma ma, è giusto ribadirlo ancora una volta, non è indagato. E in questo quadro così incerto una super-testimone ha cercato almeno di far luce sugli ultimi attimi di vita di Sharon Verzeni. Come ha raccontato agli inquirenti e poi al Corriere, quella maledetta notte ha visto la 33enne barcollare dopo l'accoltellamento: "Era sul lato del mio palazzo. Prima di arrivarci, ha attraversato. Tentava con la mano destra di aggrapparsi alla recinzione della villetta del 32.

Riflettendoci, forse Sharon stava cercando di suonare al campanello per chiedere aiuto. Ma poco dopo si è lasciata andare ed è caduta all’indietro. Ha provato a tirarsi su, ma non ce la faceva. Quando si è girata sul fianco destro, abbiamo visto il sangue sulla schiena. E abbiamo capito dopo avere sentito delle tre coltellate".

 

 

 

E ancora: "Quando mi sono affacciata, purtroppo ho visto soltanto lei. Non ho visto biciclette, né uomini scappare a piedi. In direzione della piazza ho la visuale coperta dagli alberi mai potati del cortile. Avrei potuto forse notare qualcuno se fosse scappato nella direzione opposta". Ed è in questo contesto che ora emergono anche altre testimonianze da non sottovalutare.Infatti qualcuno che conosceva la coppia ha parlato di "un turbamento, un momento di difficoltà, qualcosa che ha rotto l’equilibrio".