Psicologia dei felini

Le regole per convivere col re della casa: il gatto

Daniela Mastromattei

Un gatto vi concederà la sua amicizia se mostrerete di meritarne l’onore, ma non sarà mai il vostro schiavo, sosteneva il poeta e scrittore francese Theophile Gautier. Anni dopo lo psicanalista statunitense Jeffrey M. Masson, particolarmente incuriosito dal mondo felino, tanto da dedicargli un libro (“La vita emotiva dei gatti. Un viaggio nel cuore del felino”), arrivò a questa conclusione: «Il gatto è un dio. Come un dio, prova un senso di inconfondibile distacco nei confronti dell’uomo, che osserva in un silenzio misterioso».

E ancora, nelle parole dello sceneggiatore americano Bill Dana troviamo una grande verità: «Mi era stato detto che l’addomesticamento dei gatti fosse molto difficile. Non è vero. Il mio mi ha addomesticato in un paio di giorni». Tuttavia «non dobbiamo fermarci a ragionare solo in termini di specie: ogni micio è un individuo dotato di una personalità unica e irripetibile e presenterà delle esigenze e delle richieste specifiche», scrive Elena Angeli - psicologa e psicoterapeuta, ma da alcuni anni si occupa esclusivamente di etologia felina - nella sua illuminante ultima fatica Una casa a misura di gatto (Gribaudo, pp.190, euro 16,90), dopo il successo de “La giusta (g)attitudine”.

 

 

 

REGOLE DI CONVIVENZA

È una sorta di guida - tra graziosi disegni e buffi musetti immortalati - apprezzabile soprattutto da chi convive con una tigre in miniatura: un’esperienza straordinaria nonostante sia impossibile obbligarla a fare quello che vogliamo, è nella sua indipendenza che si rivela la misura autentica del suo affetto per noi. «Un gatto va amato alle sue condizioni», per usare le parole dell’inglese Peter Gray.

E dunque la casa in cui vive può influire enormemente sul suo umore e sul suo equilibrio psicologico. Infatti, può essere percepita come un “terreno di gioco”, e di crescita, oppure come una scomoda prigione. Elena Angeli considera tutti gli aspetti della convivenza con il nostro animale domestico preferito, fornendo una panoramica a 360 gradi, avvalendosi inoltre dei consigli mirati di una veterinaria specializzata in nutrizione (che suggerisce pure qualche gustosa ricetta) e di un esperto architetto -designer.

Pagine che, con un linguaggio chiaro, forniscono informazioni utili e svelano curiosità inaspettate sul mondo felino. La psicologa dei gatti dedica particolare attenzione all’importanza del territorio, che non è solo uno spazio ma «è parte della loro identità», una vera e propria «estensione dell’essere». Ed è «strettamente collegato con la qualità di vita e con il benessere psicologico». Insomma, il micio non abita la casa. La fa letteralmente sua. E visto che siamo in tema di vacanze, l’autrice avverte di fare attenzione durante i viaggi e nei cambi di appartamento, poiché l’animale perde tutte le coordinate di riferimento. «Si trova scaraventato in uno stato di ansia e disorientamento che forse noi umani facciamo fatica a comprendere del tutto».

Ci ostiniamo a volerlo portare con noi in case in riva al mare o in hotel a 5 stelle quando lui preferirebbe di gran lunga restare nei suoi amati spazi e magari a fare da padrone, unico e assoluto, di poltrone e divani del salotto, lontano dagli sguardi di chi ogni giorno gli impone l’alternativa del tiragraffi in cartone. Il gatto è un animale sopravvissuto per migliaia di anni, delimitando un territorio e difendendolo strenuamente da eventuali intrusioni esterne. Ecco perché quando suona il campanello di casa va a rintanarsi sotto il letto, per riapparire solo nel momento in cui gli ospiti se ne sono andati. Si mostra fortemente diverso dal cane, spesso felice e curioso di accogliere i nuovi arrivati. «Per me i tuoi amici sono degli intrusi. Punto. A proposito se volevi qualcuno che ti portasse indietro la palla, non sono io», sembrerebbe affermare in modo perentorio il nostro piccolo “leone” (appena un po’ sornione) quando ci guarda fisso, mentre i suoi occhi ci trapassano l’anima.

 

 

 

FELINI SOCIOPATICI

Nella casa in cui vive, spiega l’autrice, il gatto deve sentirsi al sicuro, è fondamentale che abbia luoghi dove potersi riparare: cucce, tane, nascondigli o postazioni rialzate a cui solo lui può avere accesso. Il suo senso di sicurezza è strettamente interconnesso anche con la possibilità di marcare il territorio. Questa attività gli permette di trasformare un semplice oggetto in qualcosa di sua proprietà e di muoversi all’interno dell’abitazione con fiducia e padronanza fondamantali per il suo benessere. E poi, guai a mettere le ciotole del cibo e dell’acqua nella stanza in cui è posizionata la lettiera.

L’origine di questa necessità risiede nell’istinto felino che lo spinge a non consumare cibo vicino a dove fa la pipì, al fine di prevenire possibili contaminazioni del pasto. Questa creatura meravigliosa porta con sé una storia esotica e misteriosa che si snoda lungo leggende, letteratura e vicende umane: venerata come una divinità, Bastet, nell’Antico Egitto, magica e valorosa nei racconti irlandesi, protagonista di favole e cartoon, è per molti di noi un’insostituibile compagna di vita.