Due morti e 13 feriti

Scampia, il crollo del ballatoio della Vela Celeste "causato da una lite in famiglia"

Potrebbe essere stata una lite tra famiglie la causa scatenante del crollo di un ballatoio della Vela Celeste a Scampia che ha provocato la morte di due persone e il ferimento di altre 13, tra cui 7 minori, e tutte in gravi condizioni. 

Secondo alcuni testimoni, infatti, era in corso un litigio, per futili motivi, tra due nuclei familiari al momento del crollo. Non si esclude, ma al momento si tratta solo di un'ipotesi, che il peso concentratosi sul ballatoio possa avere contribuito al cedimento della struttura già fatiscente. Al momento la Procura non si pronuncia sulla circostanza.

Sono tutte appartenenti alla stessa famiglia le persone coinvolte nel crollo. I due morti sono il 29enne Roberto Abbruzzo, deceduto sul colpo, e la 35enne Margherita Della Ragione, morta al momento dell'arrivo in ospedale. I sette feriti minorenni sono bambini di età compresa tra i due e gli otto anni. L'intero edificio è stato evacuato. Il prefetto di Napoli, Michele di Bari, e il sindaco Gaetano Manfredi hanno effettuato un sopralluogo. Disposti i servizi di vigilanza e antisciacallaggio da parte delle forze dell'ordine.

Due delle sette piccole pazienti, A. P. e B. M., rispettivamente di 7 e 4 anni, sono in gravissime condizionii. Le piccole hanno riportato lesioni multiple del cranio e, attualmente, sono ricoverate in rianimazione con prognosi riservata. Nello specifico, B. M., sottoposta nella notte a intervento neurochirurgo per il monitoraggio della pressione intracranica, presenta emorragia subaracnoidea, fratture della teca cranica e versa in condizioni cliniche gravissime, con prognosi riservata. L'altra, A. P., ha una frattura infossata cranica e grave edema cerebrale. E' stata sottoposta ad intervento di craniectomia decompressa nella notte e impianto di sensore per il monitoraggio della pressione intracranica. 

Si è già scatenata intanto la polemica politica: "Non doveva accadere e invece è successo - tuona Sandro Ruotolo, europarlamentare del Pd -. È una ferita per Napoli, lo è anche per tutto il Paese. Il progetto di demolizione e riqualificazione urbana delle vele di Scampia prevedeva per la Vela Celeste, luogo della tragedia, non l'abbattimento ma la sua riqualificazione. Un progetto importante, finanziato dal Pnrr e dai fondi europei. Questo è il momento della vicinanza alle famiglie delle vittime, ai feriti che lottano in ospedale, dell'assistenza agli sfollati, ma anche di una rapida, immediata verifica della staticità delle abitazioni e delle cause della tragedia. Non c'è più tempo. Bisogna varare un piano nazionale di rigenerazione e riqualificazione dell'edilizia pubblica. Da soli i comuni non ce la possono fare. La questione della casa è diventato un tema anche europeo con la nuova commissione votata l'altra settimana a Strasburgo. La Presidente Ursula Von der Leyen ha annunciato l'istituzione di un nuovo commissario speciale che si occuperà degli alloggi. Scampia paga ancora una volta. Non doveva succedere, è purtroppo successo". 

"Le immagini di Scampia fanno male. Perché da anni gli abitanti della Vela Celeste aspettano interventi di recupero. E meno di un anno erano stati a Roma a protestare contro il blocco dei finanziamenti previsti per la ristrutturazione", scrive su Facebook Nicola Fratoianni dell’Alleanza Verdi Sinistra. "Non è accettabile che in un Paese che si dice moderno - prosegue l'esponente rossoverde - possa esserci una edilizia pubblica e popolare in quelle condizioni, che si accartoccia sotto l'incuria di decenni e fa morti e feriti"."L'ennesimo schiaffo a persone che chiedono interventi urgenti da molti anni. Ma ogni volta le tragedie sono più veloci della politica.Un abbraccio ai cari di chi non c'è più, a chi sta lottando per la vita - conclude Fratoianni - e ai soccorritori". 

"Le vele di Scampia andrebbero semplicemente distrutte e bisognerebbe lavorare insieme per chiedere all'Europa fondi per un'edilizia popolare sostenibile e non ghettizzante com'è stata quella prodotta a Napoli, a Palermo, a Roma e in tante altre città italiane - è la posizione di Alfredo Antonozzi, capogruppo di Fratelli d'Italia alla Camera -. L'urbanistica è fondamentale per la sociologia e quelle vele, che per me sono anche un orrore estetico, hanno simboleggiato una sorta di deportazione di massa di napoletani avvenuta secondo il principio giusto di una casa per tutti ma di quello terribilmente sbagliato di case popolari dove non c'erano integrazioni fra i ceti. Io che vengo dalla Dc dico che la Dc fece un grande piano popolare con Fanfani ma ebbe colpe storiche sul piano urbanistico: da antifascista non posso non ammettere che vedendo gli alloggi popolari realizzati nel ventennio si resta esterrefatti per la loro bellezza. Napoli è stata dapprima aggredita negli anni sessanta anche dalla Dc e dal centrosinistra e poi successivamente dai comunisti. Rimane una delle città più belle del mondo e rimane il problema di una rottamazione dei quartieri popolari. A Cosenza, grazie al grande Giacomo Mancini, via Popilia fu sottratta dall'emarginazione con una grande azione di bonifica. Su questi temi dovremmo lavorare tutti insieme".