Il caso
Spiaggia, banditi in azione: furti a raffica in Italia. E spuntano le cassette di sicurezza
Non c’è differenza nemmeno coi laghi: magari gli stabilimenti son più piccini, magari ci sono i ciottoli al posto della sabbia, magari l’acqua è un tantinello più fredda. Però la paura è la stessa. Il timore di rimanere all’asciutto dopo la nuotata, o in mutande dopo aver indossato il costume, idem. Prendi Pane e pomodoro, nel capoluogo pugliese. Una delle spiagge più famose del litorale barese. L’acqua cristallina, la sabbia dorata, ui borseggi ai danni di turisti e bagnanti, semplici vacanzieri e residenti che vogliono staccare nel dopo-ufficio. Proprio questa serie di furti, negli ultimi giorni, è diventata un passaparola il quale è diventato un allarme generalizzato che a sua volta è diventato un doppio impegno del Comune.
Da una parte quello di implementare i controlli (e infatti, ieri, di arresti, la polizia ne ha fatti due, uno per un delinquente che aveva appena contattato le sue vittime chiedendo soldi in cambio della merce che aveva sottratto loro) e dall’altra i “locker”, ossia le cassette di sicurezza, gli armadietti con la combinazione, i box per la custodia di piccoli oggetti. È che oramai non si contano più, a Bari, questi scippi sulla spiaggia. Sono talmente tanti che in città qualcuno pensa addirittura a una rete organizzata: che assolda ladruncoli e mariuoli disperati, disperatissimi, e li mette non sulla strada ma sull’arenile. Il problema è che poi va a ramengo tutto. La vacanza (e quindi il turismo). La sicurezza (e quindi la qualità della vita). La tranquillità (e quindi l’intera stagione estiva).
A Monopoli, poco distante, domenica scorsa due persone, alle Calette del Capitolo, dopo qualche bracciata in mare, si sono accorte che avevano portato loro via tutto: le chiavi, il borsellino e addirittura i vestiti. A Chiavari, in Liguria, la settimana scorsa un gruppetto di stranieri ha provato a sfilare lo smartphone di alcuni bagnanti ma è stato denunciato (e in manette è finito un egiziano di 34 anni con precedenti). A Rosignano, in Toscana, sulle Spiagge bianche, la raffica di “colpi sotto il sole” è iniziata già a maggio, e a una famiglia tedesca è andata proprio male: si è vista portare via anche il mini-van con cui era arrivata in Italia. È scesa per fare una passeggiata lungo la costa e al rientro non c’era più niente. Il parcheggio era vuoto. E non stai tranquillo nemmeno nelle località lacustri perché a Novate Mezzola, in Valchiavenna, lungo il lago omonimo, a fine giugno, sono stati arrestati due nomadi che usavano lo stesso trucchetto: aspettavano che la gente andasse a prendere la tintarella in spiaggia e ripulivano le loro auto. Ma, quindi, che si fa? Perché villeggianti sì, ma fessi no.
Anzitutto valgono i consigli di sempre, che saranno scontati ma è meglio pensarci prima: non portare oggetti di valore in spiaggia a meno che non siano indispensabili, lasciare il contante in albergo, in ogni caso non lasciarli in bella vista sulla sdraio, denunciare subito in caso di furto. Poi ci sono delle accortezze in più: oramai sempre più lidi utilizzano i “beach box”, cioè delle piccole cassaforti montate sull’albero dell’ombrellone con una combinazione numerica. Quelle che il Comune di Bari vuole installare a Pane e Pomodoro. Può essere un servizio aggiuntivo dello stabilimento da tenere a mente in fase di prenotazione. Altrimenti c’è la soluzione fai da te, perché le “cassaforti da viaggio” (borse con la chiusura ermetica e un lucchetto identico a quello della catena della bici) si trovano tranquillamente anche su internet. Costano circa 30 euro (i modelli base) e puoi legarle ovunque. Anche al lettino sul bagnasciuga.