Latitante

Bozzoli, "controfigura in auto": spunta l'ipotesi depistaggio, com'è riuscito a scappare

Se la compagna e il figlio hanno fatto il loro rientro dalla Spagna in Italia nella giornata di ieri, venerdì 5 luglio, ancora nulla si sa invece di Giacomo Bozzoli, latitante, condannato all'ergastolo per l'omicidio dello zio e ricercato dallo scorso lunedì, quando la Cassazione si è pronunciata sul suo caso. La compagna Antonella Colossi, anche lei scomparsa dopo la sentenza, ora è a Brescia con il figlio. "Dopo la sentenza di condanna ho avuto uno choc e ho perso la memoria", avrebbe detto la donna nell'interrogatorio davanti ai carabinieri.

L'ipotesi degli investigatori è che la compagna di Bozzoli sia sua complice per un depistaggio che lo avrebbe aiutato nella fuga. Colossi ha confermato che si trovava sulla Maserati Levante fotografata a Manerba e Desenzano la mattina del 23 giugno. La famiglia aveva prenotato una "vacanza al mare" in Spagna dal 20 al 30 giugno, ma non è chiaro se i tre siano poi arrivati effettivamente lì. Non è escluso, inoltre, che in auto con Colossi non ci fosse l'omicida ma un'altra persona, una sorta di controfigura necessaria a depistare le ricerche, così da permettere a Bozzoli di organizzare con calma la fuga. Oppure che l'auto sia poi stata affidata a qualcun altro. 

 

 

 

Per quanto riguarda la compagna, la sua posizione al momento sarebbe al vaglio degli inquirenti: anche se attualmente non è indagata, la sua situazione sembra essere in bilico. La donna, infatti, rischia un’imputazione per procurata inosservanza della pena al marito e per favoreggiamento. Il suo legale Paolo Botticini ha riferito che per ora non è indagata. Anche se i molti "non so" e "non ricordo" detti durante l'interrogatorio non avrebbero fatto altro che insospettire gli investigatori. Intanto ancora nessuna traccia di Bozzoli: non si sa se si trovi ancora in Spagna o se invece stia puntando verso il Marocco o verso Capo Verde.