Eluana Englaro sta molto male

Silvia Tironi

"Se questo non è un inferno... Questa vicenda dura da 6.113 giorni, cioè 16 anni, 8 mesi e 23 giorni". Beppino Englaro, il padre di Eluana, commenta così la vicenda della figlia in stato vegetativo permanente da 16 anni e ricoverata alla casa di cura 'Beato Luigi Talamonì di Lecco. La notte scorsa le condizioni della donna si erano aggravate a causa di una emorragia interna iniziata due giorni fa, che si è bloccata nel pomeriggio. "Sono stato avvertito questa mattina", ha spiegato Englaro, "che la situazione era grave. In ospedale ho trovato un'alleanza terapeutica", ha detto riferendosi alla decisione unanime del personale della casa di cura, del medico e di lui stesso di non procedere a trasfusioni di sangue per Eluana.  A confermare le condizioni della ragazza è Franca Alessio, curatrice speciale della giovane donna. Secondo quanto riferito nella mattinata di venerdì da fonti mediche, l'intervento dei medici, chiamati dalle suore misericordine che si stanno occupando della paziente, era risultato vano. Sarebbe stata necessarria una trasfusione di sangue ma, date le condizioni critiche della 36enne, avrebbe anche potuto essere considerata accanimento terapeutico, perché non avrebbe portato alcun miglioramento signifivativo nella "non-vita" di Eluana. Che fino ad ora ci sia stato accanimento terapeuitico nei confronti della paziente ne è convinto l'oncologo Francesco Cognetti, dell'Associazione Italiana di Oncologia Medica (Aiom), il quale invita a mettere fine al calvario di Eluana: "Penso che adesso la situazione non offra possibilità alternative ad assecondare la decisione e la volontà espresse dalla stessa Eluana e penso che la pietas umana dovrebbe prendere luogo e porre fine a questo calvario". Alla luce anche dell'aggravarsi delle condizioni di Eluana, "è più urgente che mai una normativa sul testamento biologico": questo il pensiero dell'oncologo Roberto Labianca, dell'Associazione Italiana di Oncologia Medica (Aiom), che si è detto convinto che "ci vorrebbe una legge sul testamento biologico. Se la legge ci fosse stata 17 anni fa probabilmente il problema di Eluana si sarebbe affronatto prima e probabilmente sarebbe stata rispettata la decisione della ragazza", ha agiiuntoil medico. Secondo Labianca, infatti, "la normativa sul testamento biologico va fatt» e va fatta in modo da prevedere aggiustamenti o correttivi. Per il malato oncologico a volte quello che si dice quando si sta bene è spesso diverso da quello che si decide in seguito". Solo un paio di gioni fa i giudici della Prima Corte d'Appello Civile aveva stabilito il "non luogo a procedere sulla richiesta della Procura Generale di Milano di sospensiva del provvedimento con cui lo scorso 9 luglio era stata autorizzata l'interruzione dell'alimentazione e dell'idratazione artificiali che tengono in vita la Englaro. La decisione di non procedere era stata presa, hanno fatto sapere i giudici,  in quanto è stato superato il requisito dell'urgenza, essendo stata fissata per il prossimo 11 novembre, in Cassazione l'udienza sul ricorso della Procura Generale. A ricorrere, ancora una volta, ai giudici della suprema Corte, era stata la Procura generale di Milano che ha impugnato il decreto con il quale, nel luglio scorso, la Corte d'appello civile del capoluogo lombardo, aveva autorizzato la famiglia Englaro a chiedere la sospensione delle cure che tengono in vita Eluana, in stato vegetativo permanente dal 1992. Nonostante la battaglia intrapresa anni fa, Beppino Englaro si è impegnato davanti ai giudici della Prima Corte d'Appello Civile di Milano a non dare esecuzione al provvedimento che lo autorizza a interrompere il trattamento vitale alla figlia, fino a quando non ci sarà una pronuncia definitiva sulla vicenda.