Il distruttore di autovelox
Fleximan: "Ho fatto da solo". E sui social è già un eroe
In rete è già celebrato come un eroe: qualcuno l’ha proprio definito «eroe civico», qualcun altro «giustiziere degli automobilisti». Ma intanto lui è indagato, e dice agli inquirenti di aver agito da solo, senza complici (anche se gli inquirenti stessi non sembrano crederci del tutto).
Si chiama Enrico Mantoan, 42 anni, ex segretario provinciale del gruppo di estrema destra Forza Nuova, ed è accusato di essere Fleximan. Di professione operaio manutentore, per diletto si divertiva a far saltare i pali degli autovelox. Sarebbe dunque lui il responsabile del danneggiamento di cinque degli otto impianti abbattuti in provincia di Rovigo. E come detto, stando ai sospetti degli inquirenti, potrebbe far parte di una rete di “giustizieri”. Perché proprio ungiustiziere era considerato Fleximan, quest’uomo sì fuori legge, ma che tutto sommato mica dispiaceva tanto alla gente, anzi. Alcuni ritenevano che minasse davvero la sicurezza pubblica, soprattutto i parenti delle vittime della strada, ma molti altri credevano che, sì insomma, tutto sommato ci facesse anche un favore, ribellandosi a strumenti considerati vessatori. Con un flessibile, in modo quasi chirurgico, segava i pali dei rilevatori di velocità e lasciava intatti i fili interni. I carabinieri della compagnia di Adria lo hanno scovato grazie alle telecamere di videosorveglianza di Rosolina, città della provincia rodigina.
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Era il 3 gennaio scorso, le 21.30. Siamo lungo la Romea, all’altezza del chilometro 71,760. Flexi, cappuccio in testa e flessibile in mano, si avvicina al velox. Un taglio netto, preciso, che recide il palo, e questo viene giù. In tutti questi mesi il modus operandi è stato sempre questo. I carabinieri gli attribuiscono due danneggiamenti a Bosaro il 19 maggio e il 19 luglio dell’anno scorso, uno a Corbola, uno a Taglio di Po il giorno della vigilia di Natale e infine per l’appunto quello a Rosolina.
Ma come sono arrivati a lui? Oltre alla telecamera vicina all’autovelox, dove si vedono la sua stazza - è un omone bello possente - e la sua auto, anche qualche post su Facebook. «Che sia un 2024 esplosivo», scriveva il primo gennaio scorso. E se qui può significare qualunque cosa, ecco, decisamente più significativo è stato il post dove lui, il 26 dicembre scorso, ha scritto: «Se sono rose fioriranno, se son velox... taglieranno».
E poi quel lavoro certosino di indagine. I carabinieri hanno incrociato i dati delle targhe delle auto con il codice identificativo dei telefonini che si agganciavano alle celle della zona. E qui hanno trovato che la sua auto, così come il suo telefono, è stata registrata in tutti e cinque i punti, accanto ai velox recisi. Da qui hanno individuato dove lui potesse trovarsi, grazie al sistema Alert Alloggiati, che raccoglie i nomi di chi alberga nelle strutture ricettive e sono andati a prenderselo.
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Quando l’hanno trovato, lui era in un B&B e stava dormendo. «Vive in provincia di Padova, ma è solito dormire nei bed&breakfast», aveva detto una fonte a Libero.
In una foto pubblicata il 28 aprile 2023 Mantoan, che fa pure parte di “Soccorso Nazionale”, associazione vicina al gruppo di estrema destra Forza Nuova con la quale è per esempio intervenuto in aiuto della popolazione romagnola colpita dall’alluvione, scriveva: «Ho avuto la fortuna di poter indossare “la divisa”, purtroppo, visti i tempi attuali, non era militare, non portavo armi, ma si difendeva comunque la propria nazione e il proprio popolo da un nemico invisibile e spietato, il destino, il fato, la mala sorte. Ho imparato valori profondi quali l’altruismo e il lavoro di squadra anche di fronte alle peggiori situazioni».
Proprio Forza Nuova ha ribadito, riguardo ai reati contestati a Mantoan: «È colpevole solo per questo Stato che vessa gli italiani». Reati che sono danneggiamento aggravato a beni esposti alla pubblica fede e interruzione di pubblico servizio. Gli autovelox abbattuti in Veneto sono stati ben 16. Le indagini proseguono.