Scoppia il caso
Stellantis, sequestrate 134 Topolino: "Non sono italiane"
Tutto parla dell’Italia: lo spot dell’automobilina che scorrazza su e giù per i tornanti sulle costiere a strapiombo sul mare, manovre con un dito per parcheggiare nei centri storici delle nostre città e portapacchi sul cofano in pieno stile anni ’50-60 quando gli italiani si divoravano le nuove autostrade per andare al mare. Ma la Topolino, la nuova city car full-electric della Fiat (Stellantis) di italiano non ha nulla. E a dirlo sono anche l’Agenzia delle Dogane e la Guardia di Finanza che, come rivelato dal Tirreno, hanno bloccato al porto di Livorno 134 esemplari del nuovo modello della casa che un tempo fu di Torino.
L’accusa è abbastanza chiara: vendita di prodotti industriali con segni mendaci. Già, perché la macchinina che avrebbe dovuto rilanciare la casa degli Agnelli prima e degli Elkann adesso, in realtà è prodotta in Marocco. Lo scorso 15 maggio è scattato il maxi sequestro. E i sigilli sono stati messi perché la legge su questo punto parla chiaro e vieta «l’importazione e l’esportazione ai fini di commercializzazione o la commissione di atti diretti in modo non univoco alla commercializzazione di prodotti recanti false e fallaci indicazioni di provenienza o di origine». Infatti sulle fiancate delle auto arrivate su un cargo a Livorno è apparso un adesivo Tricolore. Un inganno che ha messo subito in allarme la Guardia di Finanza che ha contestato a Stellantis la falsa indicazione sull’origine del prodotto. Altro che Made in Italy. Per questo pasticcio sarebbe finito nei guai un alto dirigente di Stellantis Europa spa. La legge su cui si basa la sanzione delle fiamme gialle è di fatto la stessa che ha dato vita a un altro caso qualche mese fa, quando dopo la presentazione dell’Alfa “Milano” e le proteste del governo perché prodotta in Polonia, Stellantis ha deciso per il cambio nome in Alfa “Junior”. E così il gruppo in queste ore sta correndo ai ripari. L’azienda ha fatto sapere «di avere operato nel pieno rispetto delle norme, comunicando in modo trasparente il Paese di produzione delle Topolino, senza alcun intento decettivo nei confronti dei consumatori. In ogni caso, per risolvere ogni questione è stato deciso di intervenire sui veicoli in sequestro con la rimozione dei piccoli adesivi previa autorizzazione delle autorità».
Sempre Stellantis ha aggiunto che «l’adesivo in questione aveva la sola finalità di indicare l’origine imprenditoriale del prodotto. Infatti, il design della nuova Topolino, che è una auto storica per Fiat sin dal 1936, è stato ideato e sviluppato a Torino da un team di professionisti del Centro Stile Fiat di Stellantis Europe S.p.A. , società italiana». Ma quell’adesivo lasciato sulle auto sarebbe probabilmente arrivato anche in concessionaria e lì avrebbe comunque tratto in inganno il consumatore. Inoltre con tutto il marketing basato sulla “italianità” (il nome stesso dell'auto, un gusto vintage del design che richiama il boom economico, riferimenti espliciti allo “stile italiano”) il consumatore finale potrebbe pensare a un «gioiellino urbano», così viene definita nelle clip di Fiat, del «Made in Italy». Il tutto suggellato da una bandierina sulla portiera. Stellantis ha fatto sapere di aver dichiarato più volte l’origine marocchina dei che i veicoli. Ma allora perché mettere quel Tricolore sulla carrozzeria? Sarebbe forse stato più opportuno un adesivo con fondo rosso e una stella verde in primo piano. Ma tant’è.
Non è certo un periodo facile per il gruppo guidato da Carlos Tavares. Sul fronte Citroen, Stellantis ha comunicato con migliaia di lettere ai clienti che sta avviando una campagna di richiamo per problemi agli airbag sui modelli Citroen C3 e DS3. Nel messaggio vengono usate parole molto incisive: «Citroen le chiede di sospendere immediatamente la guida del suo veicolo». E così almeno 600.000 esemplari prodotti tra il 2009 e il 2019 dovranno andare in assistenza. E le Topolino che i clienti attendevano? Le auto in questo momento destinate agli show room e ai rivenditori per essere commercializzate sul mercato italiano, si trovano sotto deposito giudiziario ai terminal “Leonardo Da Vinci” e alla Cilp, la Compagnia impresa lavoratori portuali, dove sono arrivate in nave. Rimarranno lì, in custodia, fino a quando non sarà disposto l’eventuale dissequestro dei veicoli. Sono, in totale, 119 Fiat Topolino e 15 Fiat Topolino Dolcevita, la linea luxury di questo modello. E a dirla tutta della Dolcevita “Made in Morocco” di certo non abbiamo memoria...