Fuori tutto
Papa Francesco, la confessione: "Devo tanto alla maestra comunista"
Si intitola Life. La mia storia nella Storia e uscirà in America e in Europa con HarperCollins. È l’autobiografia di papa Francesco, scritta con il giornalista di Mediaset Fabio Marchese Ragona. Il racconto della vita di Jorge Mario Bergoglio, come ha riportato il Corriere della Sera, si unisce ai grandi avvenimenti storici. Ma senza tralasciare alcuni aspetti molto privati, come «una piccola sbandata» per una ragazza durante il seminario. E poi figure molto importanti per la formazione di Bergoglio, come il suo capo in laboratorio, Esther, «una donna formidabile». Di lei papa Francesco dice che «era una comunista di quelle vere, atea ma rispettosa». Ed è stata Esther a insegnargli «tanto di politica»: «Mi dava da leggere delle pubblicazioni tra cui quella del partito comunista, Nuestra Palabra». Ma lui si schermisce dalle accuse, piovute da alcuni, di essere comunista. «Parlare dei poveri» spiega, «non significa automaticamente essere comunisti: i poveri sono la bandiera del Vangelo e sono nel cuore di Gesù».
Nel libro trovano spazio anche le posizioni di Bergoglio sui temi etici, a cominciare dall’aborto, definito «un omicidio» praticato da «killer prezzolati». E anche l’utero in affitto, «una pratica inumana» che «minaccia la dignità dell’uomo e della donna, con i bambini trattati come merce». Per quanto riguarda il suo pontificato, Bergoglio dice di essersi sentito ferito da chi ha scritto che lui «sta distruggendo il papato».
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Sulla possibilità di dimissioni, Bergoglio è invece netto. «Penso che il ministero petrino sia ad vitam e dunque non vedo le condizioni per una rinuncia». Tuttavia, «le cose cambierebbero se subentrasse un grave impedimento fisico». Un’eventualità a cui il pontefice si è preparato, firmando all’inizio del pontificato una lettera con la rinuncia. «Questa è un’ipotesi lontana, perché davvero non ho motivi talmente seri da farmi pensare a una rinuncia». Forse, però, nella Chiesa c’è qualcuno che «ha sperato che prima o poi, magari dopo un ricovero, facessi un annuncio del genere, ma non c’è questo rischio: grazie al Signore, godo di buona salute e, a Dio piacendo, ci sono molti progetti ancora da realizzare».