Il voto del 2019
Mafia, 130 arresti a Bari: "ingeneranza elettorale" alle urne nel feudo Pd
Ingerenza elettorale politico-mafiosa, in particolare di consorterie criminali di stampo mafioso, nelle consultazioni amministrative per le elezione comunali di Bari, del 26 maggio 2019. Ma anche estorsioni, porto e detenzioni di armi da sparo, illecita commercializzazione di sostanze stupefacenti, turbata libertà degli incanti, frode in competizioni sportive, tutti reati aggravati dal metodo mafioso.
Sono alcuni dei reati contenuti in due ordinanze di custodia cautelare in carcere e ai domiciliari, nei confronti di 130 soggetti, eseguiti questa mattina all'alba da oltre mille, tra donne e uomini della Polizia di Stato, a Bari e nell'area metropolitana del capoluogo. I dettagli dell'operazione verranno resi noti nel corso di una conferenza stampa programmata per le ore 10.30 di questa mattina presso la Procura della Repubblica di Bari, alla presenza del procuratore nazionale antimafia e antiterrorismo.
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Quelle elezioni vennero stravinte dal centrosinistra con il sindaco Antonio Decaro del Pd che raggiunse il 66,3% dei voti. Il presidente dell'Anci in carica dal 2016 era arrivato nettamente davanti al rivale Pasquale Di Rella sostenuto da Lega, Forza Italia e Fratelli d'Italia (23,6%) e a Maria Elisabetta Pini, esponente del Movimento 5 Stelle (8,7%). Solo le briciole invece per gli altri candidati "civici" Irma Melini (0,8%), Sabino De Razza (0,5%) e Francesco Corallo (0,2%).