Marito-padrone in Trentino

Francesco Specchia

Prima è toccato a Natascha, quindi a Elisabeth. Storie di vite strappate, sequestri e soprusi. Lontani da noi, dalla nostra realtà, si pensava. E invece una tragedia analoga si è consumata anche sul suolo italiano, a Cles, nell'alta Val di Non, in Trentino, dove una donna è stata segregata dal marito e tenuta lontana dai propri figli per ben 50 anni. Fatti di vessazioni, soprusi, scenate di gelosia maniacale e maltrattamenti. Mai una passeggiata, un gioco con i loro due bambini, un film visto tutti insieme alla tv. Alle cinque del pomeriggio l'uomo chiudeva porte e finestre e l'abitazione diventava una specie di prigione. Giornate sempre uguali, fino a giorno del ricovero in ospedale per problemi al cuore. Quella grave cardiopatia, per lei quasi fatale, è stata invece l'inizio della vita per la donna. Che ha trovato finalmente il coraggio di denunciare il marito, oggi pensionato di 72 anni. Ora l'uomo ha dovuto allontanarsi da quella casa dove era stato indiscusso marito-padrone per mezzo secolo. Sono stati i carabinieri della compagnia di Cles a notificare all'anziano un ordinanza di allontanamento da casa firmata dal gip Marco La Ganga. Il provvedimento era stato chiesto nei giorni scorsi dal pm Fabio Biasi dopo aver ricevuto la denuncia da parte della moglie e aver ottenuto i primi riscontri. Anche i due figli, oggi adulti, avrebbero confermato il clima di violenza che regnava in quella casa quando loro erano giovani, una situazione da cui entrambi sarebbero fuggiti appena possibile. Il maschio avrebbe lasciato casa quando aveva solo 14 anni, la femmina a 17 anni quando si è sposata. Da quel momento i rapporti tra padre e figli si sono interrotti e anche alla madre, così ha raccontato ai carabinieri, era stato proibito di vederli.