Dispute

Gratta e Vinci da 2 milioni? Si finisce in tribunale: "Quei soldi sono tutti miei"

Una storia grottesca, quella che arriva da Verona. La storia di un Gratta e Vinci fortunatissimo, un tagliando da 2 milioni di euro, e di tutto ciò che ne è seguito: si è finiti in tribunale. "L’ho comprato io e l’ho grattato io. La vincita appartiene interamente al sottoscritto, non ci penso proprio a dividerla": queste quanto detto in aula ieri, lunedì 15 gennaio, direttamente dal banco degli imputati da Riccardo G.T., piastrellista italo-brasiliano, a tre anni dalla vincita multi-milionaria (che arrivò venti giorni dopo aver vinto 800mila euro a Modena con un altro grattino).

Riccardo ritirò gli 800mila euro, ma non i 2 milioni: la cifra è tutt'ora sequestrata dopo che due colleghi di lavoro ed ex amici lo hanno denunciato per appropriazione indebita. "Quel tagliando superfortunato lo abbiamo acquistato insieme, quindi la vincita va suddivisa in tre - sostengono -. Tra noi c’era un patto ben preciso, avevamo anche contattato un notaio, ma Riccardo ci ha tradito e all’ultimo momento ha tentato di incassare da solo tutto il maxi malloppo".

Riccardo vive nel mantovano. I due presunti gabbati, Giovanni e Christian, stanno nel bresciano e nel veronese. E quando vennero a sapere dai giornali che Riccardo aveva incassato in solitaria quel denaro, bloccarono la vincita. Lo scorso settembre, a margine di un'udienza tesissima, i tre vennero quasi alle mani nel corridoio. Anche ieri tutti erano in aula. E Riccardo spiegava riferendosi al giorno incriminato: "Quel giorno ho acquistato con i miei soldi a Garda cinque tagliandi da venti euro ciascuno, quando ho grattato il secondo ticket davanti a Gianni S. è risultato milionario... abbiamo fatto festa, chiamando anche Christian C... ho fatto fotografare loro il tagliando da due milioni, non credevo ci fosse malizia... Poi ho  pensato di fare loro un regalo, 80mila euro a testa, l’equivalente del fatturato di un anno di lavoro.. a Gianni servivano i denti nuovi, Christian desiderava un’auto... non eravamo solo colleghi ma anche amici, quindi volevo fare loro un regalo".

La replica degli amici? "Quelle che sono venuti qui a dire in tribunale sono tutte bugie, non c’era alcun accordo di spartizione, invece loro dopo la mia vincita insistevano affinché andassimo dal notaio perché dicevano di non fidarsi di mia moglie e mia figlia. Io però ho fatto di testa mia e sono andato a incassare la vincita a Peschiera del Garda, finché pochi giorni dopo mi ha convocato la Finanza". In attesa della sentenza.