Dal carcere

Turetta, la clamorosa lettera degli altri detenuti: la loro verità sul killer di Giulia

La Fiat Grande Punto con la quale Filippo Turetta è fuggito in Germania dopo l’omicidio di Giulia Cecchettin è "ancora in custodia" della polizia tedesca e dovrebbe essere restituita in Italia "nelle prossime settimane", dopo un "controllo" da parte delle autorità italiane. Lo ha detto a LaPresse Klaus Tewes, procuratore generale della procura di Naumburg, l’ufficio che si è occupato dell’estradizione in Italia di Turetta dopo l’arresto in Germania.

"L’auto utilizzata dall’imputato è ancora in custodia di polizia e dovrebbe essere restituita in Italia nelle prossime settimane dopo un controllo da parte dei colleghi italiani", ha spiegato Tewes, aggiungendo che, al momento, non è possibile stabilire una "data esatta", anche in considerazione del fatto che "il procedimento di indagine è riservato e non viene reso pubblico".

 

 

E nelle ultime ore è arrivata anche una lettera da parte dei detenuti del carcere di Verona riguardo a presunte minacce o rivolte legate alla presenza di Turetta all'interno della casa circondariale: "Vogliamo precisare il disgusto nell'aver visto 'giudizi in diretta' prima che Filippo o qualsiasi indagato fosse sentito, e senza rispetto dei genitori, colpiti entrambi da una violenza psicologica", fanno sapere i detenuti della sesta sezione-infermeria del carcere di Montorio, dov'è rinchiuso Filippo Turetta. "Non c'è stata alcuna protesta da parte nostra - aggiungono, riferendosi a notizie di stampa - per la consegna dei libri dovuti al detenuto Turetta. Tenendo conto che è indagato per un reato diverso dal nostro, la popolazione carceraria non avrebbe acconsentito ad agevolazioni di favore rispetto ad altri".