Tasselli

Filippo Turetta, apre la portiera e confessa: il retroscena dalla Germania

Roberto Tortora

Un’ammissione in piena regola: “Ho ucciso la mia ragazza”. Una confessione, chiara, esplicita, inequivocabile di Filippo Turetta che, davanti agli agenti della polizia tedesca, ormai stremato, ha deciso di ammettere subito la sua colpa. Registrata in un verbale consegnato all’autorità giudiziaria, non potrà essere però usato in tribunale, perché davanti al giudice Turetta ha dichiarato soltanto: “Portatemi in Italia”. Il tutto, nel giorno dell’arresto. Ora occorrono tempi tecnici per la sua estradizione in Italia, perché il mandato di cattura europeo lo citava inizialmente soltanto per tentato omicidio, prima che il corpo di Giulia Cecchettin venisse ritrovato.

L’accusa nei confronti di Turetta va tramutata in omicidio e c’è una procedura da seguire. Il portavoce della Procura generale della città della Sassonia-Anhalt, Klaus Tewes, ha dichiarato: “Il Tribunale di prima istanza di Halle ha emesso un ordine di detenzione sulla base del quale l’imputato è stato collocato nel centro di detenzione di Halle. Mi aspetto che l’imputato sia estradato in Italia tra pochi giorni. Il ragazzo è in cella da solo, in Germania si tratta di una modalità di reclusione consueta per questo genere di detenuti”. La prigione di Halle, uno dei centri del terrore della Stasi e prima ancora una prigione della Gestapo.

 

Dal lato italiano, invece, c’è il procuratore di Venezia, Bruno Cherchi, che è in contatto con gli agenti tedeschi e precisa che il ragazzo non è stato ancora interrogato. Se i tempi dovessero allungarsi, saranno gli inquirenti italiani a raggiungerlo, perché in casi come questo è bene solleticare ricordi quanto più freschi possibili. Per la famiglia Cecchettin, invece, c’è ancora da attendere per poter dare degna sepoltura a Giulia, perché l’autopsia tarda ad essere eseguita, così come gli accertamenti tecnici irripetibili sui reperti, cioè il Dna sulle tracce di sangue, sui capelli e sul nastro adesivo trovato sul luogo dell’aggressione. Anche in questo caso si attende il rientro di Turetta in Italia.