Il quadrante

La portaerei Usa in missione nel Mar Ionio

Mirko Molteni

Sullo sfondo della guerra fra Israele ed Hamas le grandi potenze muovono pedine navali. Pare confermato che la portaerei americana Gerald Ford, che per un mese ha incrociato al largo delle coste libanesi come deterrente verso Hezbollah e il suo alleato Iran, si sia spostata di nuovo verso lItalia. Nelle scorse ore era data nel Mar Ionio, sulla rotta per l’Adriatico. Lo rivela la testata di monitoraggio Itamilradar, che ha mostrato i tracciati di volo di due aerei da trasporto Grumman C-2A decollati da un punto a Est della Sicilia e diretti alla base americana di Sigonella. Non potendo essere partiti dal “nulla” e non essendo né elicotteri, né idrovolanti, per giunta in servizio solo con la US Navy, i C-2A possono essersi alzati solo dal ponte della portaerei Ford.

Anche se allontanatasi dall'area di crisi, la Ford può tornarvi nell'arco di 36-48 ore, grazie a una velocità di 30 nodi (56 km/h). L'altra portaerei USA inviata nel Mediterraneo un mese fa, la Eisenhower, è passata il 4 novembre nel Mar Rosso, via canale di Suez, e, uscita dallo stretto di Bab el Mandeb e risalita nel Mare Arabico, è localizzata dal 16 novembre al largo dell'Oman, appena fuori dallo stretto di Hormuz, ingresso del Golfo Persico.

 

La Eisenhower è quindi a due passi dall'Iran, come avvertimento agli ayatollah. La Russia non sta a guardare. La fregata russa Admiral Grigorovich, entrata in Mediterraneo l'11 novembre dallo stretto di Gibilterra, s'è ormeggiata ad Algeri dal 12 al 14 novembre, per una visita di cortesia, dato che l'Algeria, da cui pure l'Italia compra molto gas, è alleata di Mosca. Poi è salpata verso Est e starebbe arrivando in queste ore alla base russa di Tartus, in Siria. I russi riaffermano così il sostegno a Damasco, il cui territorio è spesso bombardato dall'aviazione israeliana perché ospita basi di Hezbollah e pasdaran iraniani.

Intanto il presidente turco Recep Erdogan dichiara mire di Ankara sulla Striscia di Gaza tramite il cavallo di Troia della ricostruzione: «Dopo un cessate-il-fuoco, ricostruiremo infrastrutture, scuole, ospedali». La Turchia, così, entra in concorrenza con l'Iran, allarmando anche l'Egitto. Nella dimensione sempre più ibrdida del conflitto, il gruppo di hacker israeliano Red Evils si è assunto la responsabilità di un attacco informatico registrato nella notte in Iran. È quanto si legge sul profilo X (ex Twitter) di Red Evils. Secondo il portale che monitora il traffico internet Net Block, i parametri mostrano una breve interruzione della connettività internet in Iran, con una riduzione del 57 per cento circa rispetto ai livelli ordinari, prima di riprendersi. Sul fronte del Libano, Hezbollah ha lanciato 25 razzi su Israele e abbattuto un drone spia ebraico Hermes. Aerei israeliani hanno risposto colpendo vari bersagli in Libano, tra cui la fabbrica d'alluminio di Nabatieh.