Nunzio apostolico

Bacqué, la rissa davanti al cadavere dell'Arcivescovo: "Sono venuti alle mani"

Ha fatto molto discutere la storia del nunzio apostolico monsignor François Bacqué, colpito da infarto per strada mentre rientrava a casa sua a Roma, a pochi passi dal Senato. Dopo il malore e dopo l'intervento dei sanitari del 118, che hanno constatato il decesso dell'87enne, il corpo sarebbe rimasto sull'asfalto, coperto da un telo, per circa tre ore. "E ha fatto in tempo a diventare una discreta attrattiva", ha scritto Massimo Gramellini sul Corriere della Sera.

I primi a intervenire sono stati l’ambulanza, i poliziotti e il medico legale per il riscontro delle cause naturali del decesso. A quel punto è iniziata l'attesa dei Servizi Mortuari. "Intanto - ha sottolineato Gramellini sul Corsera - davanti al corpo del monsignore sfilava distrattamente l’umanità". Il giornalista ha parlato di "politici indaffarati", di "passanti ingolositi dalla possibilità di certificare presso i contemporanei la loro fondamentale presenza scattandosi un selfie col morto". Addirittura, ha spiegato Gramellini, "un gruppo di turisti è quasi venuto alle mani per disputarsi il diritto di precedenza. C’era anche qualche suorina in preghiera, ma è passata praticamente inosservata".

 

 

 

A raccontare cosa sia successo è stato successivamente Zafer Afisa, barbiere di origine siriana nel cui negozio Bacqué era andato quella mattina. Pare che fosse un cliente assiduo. "Mi aveva detto che era stanco - ha raccontato, come riporta il Messaggero - sentiva che il suo cuore non andava e così l'avevo accompagnato a casa. A metà strada però si è seduto a terra per poi accasciarsi".