Abissi
Baby-squillo a 15 anni, testimonianza-choc: "Mi lanciavano banconote, a cosa mi hanno costretta"
Vita da baby-squillo a Roma. Il racconto dell'abisso avviene in un aula di tribunale, a distanza di sette anni dai fatti. Era l'estate del 2016 quando Marilù, il nome è di fantasia, si prestò a rapporti sessuali a pagamento. A indurla a farlo un fotografo romano di 33 anni più grande di lei, Massimiliano B., ora imputato per prostituzione minorile alla prima sezione penale del Tribunale capitolino. "L’ho fatto un po’ per soldi, un po’ come sfida. Avevo solo 15 anni, ero ingenua", ha spiegato Marilù in aula.
La vicenda sarebbe avvenuta in uno studio di Torre Angela, dove diverse adolescenti che sognavano di fare le modelle finivano col vendere il proprio corpo. L'imputato, insieme al suo amico Stefano Grimaldi, condannato con rito abbreviato in primo grado a 7 anni, avrebbe anche realizzato "un'esibizione pornografica inducendo le vittime a compiere atti sessuali tra loro". Durante le "performance", gli uomini avrebbero lanciato addosso alle ragazzine le banconote con cui le pagavano, filmando tutto.
Rossella, un'altra ragazza coinvolta, durante l'udienza di ieri, mercoledì 8 novembre, ha spiegato: "Avevo appena 15 anni, l’ho fatto per guadagnare qualche soldo, ma poi con il tempo mi sono schifata di quello che mi avevano convinta a fare". E ancora, Marilù: "Se lo ho fatto per denaro? Si, con l’ingenuità di una quindicenne, ho seguito la mia migliore amica, con la quale avevo una relazione simbiotica, come è tipico di quell’età", ha spiegato la ragazza, che oggi ha 22 anni. Infine, ha confermato che Massimo B. sapeva della sua minore età, questo perché "nel tragitto mentre mi accompagnava in macchina ha fatto riferimento all’età mia e della mia amica, in relazione alla pericolosità della situazione. Non mi ha detto esplicitamente di non dirlo a nessuno, ma ha mi invitato a prestare attenzione a questa vicenda, proprio perché eravamo minorenni", ha concluso Marilù.