Nero su bianco

Sondaggio tra i musulmani italiani, Hamas? Per il 77,9% sono un un movimento di liberazione

Francesco Storace

Se ne vantano pure. I musulmani che vivono in Italia stanno con Hamas e nemmeno lo nascondono. Anzi, esibiscono come un trofeo un sondaggio che hanno realizzato con un loro quotidiano online, Laluce.news, il cui direttore editoriale è Davide Piccardo, figlio di Hamza Piccardo, fondatore del consiglio islamico d’Italia. Davide ha imparato presto che cosa bisogna fare. Fonda nel 2001 i Giovani musulmani d’Italia e poi diventa coordinatore degli islamici milanesi. Nelle ultime ore ha dato traccia di sé, pubblicando un sondaggio proprio sulla Luce. Da brividi.

 

 

I musulmani in Italia sarebbero due milioni e mezzo- poco più della popolazione palestinese della striscia di Gaza- e ne ha interpellati mille. Un sondaggio descritto come un’immagine rappresentativa dell’opinione e del sentire della comunità islamica italiana su questioni chiave come la natura di Israele, lo status di Hamas, le origini del conflitto e le possibili soluzioni.

Da che cosa è determinato il problema palestinese dal punto di vista storico? Per i musulmani italiani è tutta colpa della nascita di Israele: è l’83,7% degli intervista a pensarla così.  L’estremismo palestinese è messo sotto accusa appena dallo 0,8%, un altro 15% circa intravede le responsabilità occidentali unite a complicità arabe.

 


La seconda domanda del campione riguarda Israele. È o no l’unica democrazia dell’area? Risponde sì solo l’1,1% del sondaggio. È una potenza occupante per il 38,5%, si supera il 60% con la preoccupante definizione di Stato terrorista. E Hamas è terrorista o no? Macché, lo è per appena il 7,1% degli intervistati. Al massimo un partito estremista, risponde il 14,9%, percentuale che arriva al 78% con la qualifica di movimento di liberazione nazionale. E che cosa dovrebbe fare la comunità internazionale? I musulmani italiani - sì, proprio quelli che abbiamo in casa nostra - non hanno dubbi e si dividono in due grupponi: spingere Israele a negoziare e ritirarsi attraverso pressioni e sanzioni per il 57,5%; farsi carico del ricollocamento degli ebrei altrove per rimediare al problema creato con la nascita di Israele per il 41,4%. Bontà loro, spingere i palestinesi a trasferirsi nei paesi arabi vicini attraverso incentivi economici per l’1,1%. Non ditelo agli altri.

Sulla posizione del governo italiano gli intervistati hanno le idee chiare: bocciata senza appello. Roma deve stare con Israele e il suo diritto di difendersi per appena l’0.8%. Anzi: deve difendere il diritto dei palestinesi e la legalità internazionale per 86,6%. Più buono il 12,6% che si accontenterebbe di un’Italia mediatrice.

 


Ma come deve finire il conflitto per gli islamici delle nostre parti? “Due popoli due stati”, risponde così il 34,5%; un solo stato democratico per i due popoli il 10,7%; e la fine di Israele e la nascita di uno Stato palestinese ovviamente per il 54,8%. Provate a chiedere loro che cosa sta succedendo a Gaza. Israele si sta difendendo per solo lo 0,6%; è una guerra tra Israele ed Hamas per il 6,3%; un tentativo di genocidio per il 93,1%. Il 7 ottobre? Per 12 musulmani italiani su cento è stato terrorismo, mentre è addirittura di 63 su cento l’opinione che si sia trattato di un’operazione militare legittima contro l’occupazione. Il 24% ritiene che ci siano stati anche alcuni crimini di guerra. A proposito, per i musulmani d’Italia i giornalisti sono schierati con Israele per il 97%. E vedono come traditori altri Paesi arabi: è il giudizio del 55%. Infine, la metà degli intervistati da Piccardo e compagnia ha partecipato a manifestazioni in Italia sulla guerra. Aspettiamo che si aggreghino tutti e ci renderemo conto cosa ci si può attendere. Se le colpe della guerra le ha tutte Israele e Hamas non è un movimento terrorista, vien da chiedersi che senso abbiano tutti i richiami al diritto internazionale. I tagliagole hanno davvero troppo consenso tra i musulmani che stanno in Italia. Quel sondaggio è un autogol (anche se già intuivamo quale fosse il pensiero dei filopalestinesi nel nostro Paese). Possiamo stare tranquilli?