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Sesso, in Italia sta sparendo: 18-35 anni, ecco le cifre (inquietanti)
Ai tempi delle nostre nonne (per chi oggi abbia una cinquantina d’anni e più) dicevano che a fare certe cose si restava ciechi. Qualche generazione dopo, abbiamo potuto appurare come le cose non stiano per fortuna così. Tuttavia l’autoerotismo nasconde una trappola, soprattutto se accompagnato a quel che pare spopolare oggi tra i giovani (e un po’ meno giovani) d’età compresa tra i 16 e i 35 anni: il sesso virtuale, inteso come l’insieme di quelle pratiche che vanno dalle chat erotiche al consumo di materiale (per lo più video) pornografico, facilmente accessibile da qualunque pc.
A dirlo è un’indagine condotta dalla Società italiana di andrologia (Sia) in collaborazione con l’Università Iulm di Milano, la Croce Rossa Italiana e l’Esercito italiano. Il campione analizzato è costituito da 500 individui maschi tra i 18 e i 35 anni e dai relativi partner. «I risultati preliminari dell’indagine mostrano che il rapporto della Generazione Z con il sesso è complicato e contraddittorio» spiega Alessandro Palmieri, presidente della Sia e professore di Urologia alla Università Federico II di Napoli. «La sessualità negli under 35 appare sempre più sganciata dalla componente relazionale, e questo si riflette sulla scarsa soddisfazione nei rapporti reali, 50% del campione, e sul ricorso al sesso solo virtuale per un ragazzo su tre, per i quali il grande assente è il contatto fisico».
Per questo, la passione cede il passo non solo al sesso virtuale, alla pornografia e all’autoerotismo, ma anche alla “pace dei sensi”, con comportamenti sessuali come l’astinenza sempre più diffusi fra i giovani. Si stima infatti che siano oltre 1,6 milioni di 18-35enni che mai nella vita hanno fatto sesso e circa 220mila le coppie stabili 18-35 anni che hanno rinunciato o quasi al sesso.
Numeri che, secondo Paolo Crepet «non potranno che aumentare, in una società in cui l’astensione sta riguardando in misura sempre più consistente tantissimi aspetti del nostro vivere, non solo quello della sessualità. Ma, restando a quest’ultima, va via via prevalendo una sessualità che potremmo quasi definire democratica, nel senso che è molto poco faticosa e di facile fruizione. Che, però, non è conseguenza solo della tecnologia e del diffondersi di tutte le forme di sesso virtuale cui essa dà accesso, ma anche e soprattutto effetto di un decadimento del desiderio inteso come allerta ed estensione della nostra fantasia, in un mondo che definirei “neutralizzato”».
Per il sociologo e psichiatra, «è assai probabile che la sessualità intesa come l’interazione fisica tra un individuo e un altro, negli anni a venire sopravviva come trasgressione, come un aspetto episodico della vita dagli individui e all'interno delle coppie, che siano etero o omosessuali. In questo contesto, io giovani che l'indagine della Sia è andata a sondare, non sono delle vittime ma protagonisti consapevoli. Sono loro i primi a dire che “quella cosa che facevano mamma e papà” non fa per loro». Il filosofo Stefano Zecchi nota «una grande assenza, nella ricerca, di un qualcosa che è strettamente collegato, o dovrebbe esserlo, al sesso. Che è l’amore. Io credo che la generazione dei giovani di oggi abbia la grande fortuna di essere libera da quella “ossessione per il sesso” che hanno vissuto, subendola, tutte le generazioni dal dopoguerra fino a 10-15 anni fa.
Ma che, invece, fatichi a rapportarsi con i propri sentimenti e con l’amore in particolare, che è strettamente legato alla sfera sessuale, perché la società li classifica come segnali di fragilità e debolezza, ben lontani dalla competitività che è il fulcro del mondo di oggi». Secondo Zecchi, attribuire la colpa delle alterazioni dei comportamenti sessuali alla tecnologia «è fuorviante, perché la pornografia c’è sempre stata. Io ritengo, invece, che si stia via via perdendo l’educazione sentimentale, che nasce da una educazione e quindi da una sensibilità alla bellezza. E che ciò porti a una sorta di pudore nei confronti dei sentimenti, che poi ha conseguenze importanti sulla sfera sessuale». trasgressione, come un aspetto episodico della vita degli individui e all’interno delle coppie, che siano etero o omosessuali. In questo contesto, i giovani che l’indagine della Sia è andata a sondare non sono delle “vittime”, ma protagonisti consapevoli.