Sempre meno credenti
Roberto Formigoni: "L'Italia sta perdendo progressivamente la fede"
È stato un allontanamento progressivo, inizialmente lento anche se continuo. Ma nell’ultimo decennio ha cominciato a galoppare, e non c’è alcun segno che possa rallentare. L’Italia, un tempo nota per essere la patria del cattolicesimo praticato e vissuto, sta perdendo la fede. Una ricerca dell’Università di Milano ha dimostrato che in dieci anni chi non crede più in Dio è passato dal 26% al 36%, oltre un terzo della popolazione.
Al contrario chi si dichiara credente è il 57%, la maggioranza assoluta, ma nel 2009 era il 72%. E tra i credenti di oggi vengono conteggiati anche coloro che nutrono dubbi e obiezioni, tant’è che la frequenza costante alla Messa domenicale è precipitata al 18%. Parallelamente sono cresciuti gli atei dichiarati, che sono più che raddoppiati passando dal 6,2% al 15,9%. Situazione irrecuperabile? Alcuni dati dicono che due millenni di cristianesimo, che hanno contraddistinto la storia d’Italia e hanno dato volto e profondità alla nostra cultura, alla nostra capacità di convivenza, al nostro senso della storia ecc., non si cancellano di botto, nonostante l’attacco fortissimo della secolarizzazione in tutti i campi.
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Da che cosa lo deduco? Dal fatto che alla domanda a quale religione si appartiene, il 72,7% della popolazione risponde senza tentennamenti: «Alla religione cattolica». Resiste inoltre in più di metà della popolazione, anche se in diminuzione, una certa fiducia nella Chiesa. Va inoltre considerato l’effetto del Covid. Al culmine della pandemia, con il divieto di muoversi e le Chiese sbarrate, il Papa in persona aveva suggerito di seguire la Messa per televisione o per radio o sui social, e anche dopo la fine del contagio un certo numero di famiglie, specie con persone anziane al loro interno, hanno mantenuto l’abitudine.
Comunque sia, la situazione è pesante: diminuisce drasticamente il numero dei preti, si diffonde la pratica di accorpare le parrocchie e cancellare alcune delle Messe domenicali per carenza di celebranti. In molte città, a partire da quelle più grandi, il numero dei matrimoni civili ha superato quello dei matrimoni religiosi, e la pratica sacramentale diminuisce sempre più. Che fare? I veri credenti sanno che la fede si diffonde per opera dello Spirito Santo, ma è aiutata dalla testimonianza di persone credenti nei vari ambiti di vita, di studio, di lavoro, nella politica, nella società tutta. Insomma questi dati sono impressionanti, ma costituiscono anche un richiamo e una spinta molto forte all’azione, per i veri credenti!