Nelle moschee della Capitale
Roma, l'imam giustifica Hamas: "Tel Aviv mente, loro i criminali"
«Siamo qui per pregare per i nostri fratelli palestinesi, gli israeliani gli hanno tolto la loro terra. Oggi preghiamo per loro». Venerdì è il giorno sacro per gli 1,9 miliardi di musulmani sulla terra, di questi sono circa 2,7 milioni, quelli presenti in Italia, ovvero il 4,9 per cento della popolazione residente (dati 2021 Pew Research center). Nella moschea di Centocelle, a Roma, approntata in un garage, una volta palestra e ora luogo di preghiera, gli uomini con il capo coperto dal kufi, si affrettano per entrare, sono prevalentemente egiziani e marocchini. Tre egiziani spiegano che quella commessa da Israele è «un’ingiustizia, una terra rubata, nessuno viene a rubare le terre all’Italia». Il senso della storia e i risultati delle guerre, vincitori e vinti, l’Olocausto non vengono menzionati, c’è solo un senso di pietas, se tale si può definire, nei confronti dei palestinesi: «Hanno già dato un pezzo della loro terra, Hamas reagisce. È una reazione di chi vive così da anni». Un fruttivendolo egiziano spiega che è «difficile che ci sia la pace».
Via Mocenigo, due passi da San Pietro, prevalgono cittadini turchi e del Bangladesh, molti sono in ritardo intorno alle 14 continuano ad arrivare fedeli, uno di questi molla lo zaino del food delivery appena fuori la porta, dalle finestre che danno sul piano strada si ascolta la voce gracchiante di un altoparlante che recita preghiere. Pochi scalini, una frotta di scarpe lasciate all’ingresso, un paio di lavandini per l’abluzione dei piedi. Forze dell’ordine non se ne vedono al centro culturale islamico Milli Gorus, il clima è sereno «la nostra preghiera è per la pace».
Nella Grande Moschea di Roma, schiaffo dell’architetto Paolo Portoghesi al quartiere Parioli, a farsi notare è un ragazzo, kefiah al collo e una felpa bianca su cui campeggia la scritta “Palestine”. Difende la Palestina «Terra santa». Intorno fedeli raccontano che la predica dell’imam ha toccato il tema delle bugie, perché il Profeta dice che «la bugia è male, come le bugie degli israeliani sui bambini decapitati. Sono loro che ammazzano. Tutto hanno tolto ai palestinesi, anche l'acqua», dice un altro.
L’atto terroristico di Hamas viene giustificato a fronte dell’«oppressione, i palestinesi sono stati chiusi in una prigione. Due Paesi, due terre, questo serve. Può solo accadere di peggio con quello che sta facendo Netanyahu». L’umore generale è pro-palestinesi anche se qualcuno moderatamente afferma: «Noi non siamo contro israeliani ed ebrei, ognuno deve avere la sua terra, però loro si devono vergognare di quello che stanno facendo, gli hanno levato la terra da sotto i piedi». L’invito alla moderazione per i religiosi islamici arriva dal direttore del Museo della brigata ebraica, Davide Romano, che chiede agli imam di predicare «pace e dialogo».