L'ultimo tassello
Mestre, "nessun segno di frenata": quella "scivolata" di 50 metri
La Procura di Venezia ha aperto un fascicolo per il tragico incidente del pullman a Mestre. L’ipotesi è di omicidio stradale plurimo: “Al momento non ci sono indagati - ha dichiarato il procuratore Bruno Cherchi - mentre il guardrail, la zona di caduta del bus e lo stesso mezzo sono sotto sequestro”. Gli inquirenti stanno cercando di ricostruire l’esatta dinamica dell’incidente, che ha visto il pullman toccare e scivolare lungo il guardrail per una cinquantina di metri, per poi precipitare al suolo con un’ulteriore spinta.
“Non ci sono segni di frenata - ha fatto sapere il procuratore - né contatti con altri mezzi. Non si è verificato alcun incendio né c’è stata una fuga di gas delle batterie a litio che ha provocato fuoco e fumo. Stiamo sentendo i superstiti, tutti feriti, e solo 3 o 4 sono in grado di parlare. Nessuno si è accorto di quanto stava accadendo, ma sono troppo pochi quelli in grado di parlare per avere ulteriori elementi. A noi ora interessa l’aspetto sanitario, poi l’approfondimento”. Il primo a dare soccorso è stato l’autista di un altro pullman che è stato affiancato - ma non toccato - dal mezzo che è precipitato. “Nel dare l’allarme - ha sottolineato il procuratore - ha anche lanciato un suo estintore verso il mezzo precipitato, che sprigionava fiamme”.
“I testimoni - ha aggiunto - hanno detto che andava piano, il tratto stradale prima è in salita e comunque, oggettivamente, non permette alte velocità. Comunque ci arriveranno i dati a certificare anche questo”. Un tutto ciò esiste anche un problema nel dare un’identità alle vittime: “È difficile - ha confermato il procuratore - molti non avevano documenti con sé. Ci sono i loro parenti presenti ma è difficile dare dei nomi con certezza. Per questo ho dato l'incarico alla medicina legale, ma anche alla polizia scientifica, perché se necessario si ricorra all'esame del Dna. Speriamo però, entro domani, di identificarli tutti”.