L'autista del pullman
Mestre, l'ultimo post su Facebook dell'autista: tre drammatiche parole
Alberto Rizzotto aveva preso servizio sul suo pullman un’ora e mezza prima dello schianto e alle 18.30 aveva scritto su Facebook il suo ultimo post "Shuttle to Venice" (navetta verso Venezia, ndr) e aveva condiviso la sua geolocalizzazione all'hotel "Hu Camping" di Marghera. Un’ora e mezza dopo, l’incidente ha messo fine alla sua vita insieme e a quella di altre 20 persone che si trovavano a bordo del mezzo. Alberto Rizzotto, 40 anni, era l’autista che era alla guida del pullman precipitato ieri sera, martedì 3 ottobre, dal cavalcavia a Mestre. Un autista esperto, dicono di lui amici e colleghi.
Nato a Conegliano ma residente a Vazzola, Tezze di Piave, in provincia di Treviso, su Facebook aveva scelto di definirsi "single", con una foto alla guida di un pullman come immagine del profilo. Aveva più di dieci anni di esperienza nel settore dei trasporti: dal 2011 alla Veneta Autobus, dal 2014 alla Martini Bus, azienda che aveva un contratto con la società La Linea, suo il bus bianco elettrico dello schianto, proprio per il trasporto dei turisti. "Lavoro a Mestre adesso, faccio l’autista di pullman, navetta Casinò Cà Noghera-Piazzale Roma", diceva a una ex collega sui social.
Una passione quella del lavoro. "Aveva trovato il lavoro della sua vita, gli piaceva moltissimo. Non era sposato, abitava qua con i genitori. Girava sempre con il pullman - racconta al Gazzettino Rossella, vicina di casa della famiglia Rizzotto a Vazzola - Faceva la zona di Marghera, Venezia, portava i turisti, al Casinò a Venezia. Agli inizi io me lo ricordo con il furgone della Bofrost, poi sono arrivati i pullman. Era un autista esperto, appassionato del suo lavoro".
Nelle ore seguenti all’incidente, gli amici di Alberto in preda all'angoscia hanno provato, invano, a mettersi in contatto con lui: "Fatti sentire per favore, rispondi". Poi, quando il timore che fosse successo qualcosa si è fatto realtà, le sue bacheche sui social si sono riempite di messaggi commoventi dei suoi colleghi e amici. "Mi dispiace tantissimo, riposa in pace", "Ciao Alberto", si legge ancora, "che la terra ti sia lieve"; "Ciao caro...".