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Settembre, vacanze intelligenti: ecco quanto si risparmia (e quanti partono)
Le vacanze intelligenti. Quelle di settembre. Facciamo anche ottobre, va. Che uno, eviti la ressa (anche se le partenze nelle prossime settimane si stimano intorno ai dieci milioni di persone pronte per le ferie, che non è proprio una rilevazione da stagione al capolinea); due, è ancora caldo e il mare te lo godi comunque (la montagna il suo bello è ora, coi funghi che si trovano senza difficoltà e le prime serate col camino acceso); e tre, risparmi pure, zompi la settimana di Ferragosto, le tariffe rincarate e lo scontrino pazzo che (diciamocelo una volta per tutte) quest’anno ha soppiantato qualsiasi hit dell’estate, ma ci ha anche un tantinello stufato. Non se ne può più. Sarà per questo (per la tranquillità, il clima godibile e l’anti caro-ferie) che uno su sei, tra di noi, cioè 9,8 milioni di italiani, con un aumento rispetto all’anno scorso del 11% (i numeri sono di una ricerca Coldiretti/Ixè), in vacanza ci va, ma ci va adesso.
Mentre gli altri tornano in ufficio, mentre le scuole riaprono, mentre le attività riprendono il lavoro: chiamali scemi, questi villeggianti in ritardo che se la prendono comoda (e pure economica). Si diceva: la ressa da tutti-pigiati-sulla-spiaggia no, però un bel “pieno” da avere qualche problema a trovare un albergo disponibile (quantomeno in certe località) sì. È che anche gli operatori del terzo settore hanno capito l’antifona: il bagnante settembrino è un’opportunità. A Cesenatico, in Emilia Romagna, a Termoli, in Molise, a Jesolo, in Veneto: non c’è lido che, oramai, non canti la stessa canzone. Che fa, su per giù: non siamo partiti col piede giusto a giugno (anche perché è stato un giugno piovoso, con l’afa che stentava ad arrivare, l’ombrello sì, l’ombrellone no) e ora recuperiamo. In volata. Infatti manifestazioni (pure sportive), kermesse, incontri, piccole offerte last-minute: si fa di tutto per “allungare” (letteralmente) la stagione 2023 e a sentire loro, gli albergatori, i ristoratori, i bagnini, i barman, i camerieri della riviera, i presupposti, per il boom dei prossimi giorni, ci sono al completo.
Parola d’ordine: risollevare quei dati che ad agosto sono andati bene, a luglio benino, ma prima son stati un disastro. Eventi, spettacoli, buon cibo (quell guasta mai), gare più o me amatoriali: ma chi l’ha detto che a settembre non ci si può divertire? Tra l’altro il meteo è di quelli clementi. Con una piccola fiammata d’estate in queste ore (le temperature intorno ai trenta gradi, ma non la calura che ti fa boccheggiare) e un mese che non dovrebbe regalarci nessun repentino calo del termometro modello autunnale.
In terza battuta, che per molti di noi è però la prima, c’è la questione portafoglio. Ferie care, carissime, da capogiro. Quest’anno abbiamo visto la qualunque: le pucce pugliesi vendute a 26 euro e i toast divisi col supplemento, i lettini che costavano più di mille euro, il gelato rincarato del 20%, la piadina dell’8%. Ecco, adesso si respira. In tutti i sensi (il solleone è meno battente e il conto in hotel è meno salato). D’accordo: non è una novità. Si chiama “alta stagione” e un motivo c’è. Ma basta fare un giro sui portali on-line di prenotazione: non c’è il minimo paragone. Per esempio. Uno chalet con tanto di terme (da sogno) a Bormio, in Valtellina, per l’agosto 2024 (l’unico prenotabile, al momento) arrivano a chiedere anche 1.124 euro. A notte. Per una doppia.
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Ecco, quel prezzo, l’ultima settimana di settembre, sempre al dì, scende a 319 euro. Stessa cosa a Rimini, il cuore pulsante delle vacanze in riviera: un albergo, a notte, a Rimini, costa 220 euro ad agosto e 44 a settembre. A Forte dei Marmi il risparmio non è così marcato, ma pure c’è: si va da una tariffa, per una villetta a uso esclusivo, di 911 euro ad agosto, a una sforbiciata di quasi cento euro a settembre. Ancora: a San Vito Lo Capo, in Sicilia, un bed and breakfast costa 173 euro ad agosto e 98 euro a settembre; a Carloforte, in Sardegna, lo stesso affittacamere può domandare 155 euro ad agosto e appena 98 a settembre. Van giù, le tariffe. Van giù anche di un buon 50% che se poi nel conto ci metti tutto (ci metti, cioè, che al rientro a casa l’inflazione mica è scomparsa, che ci sono le bollette, ci sono la luce, il gas e le tasse da pagare), ecco, quella svirgolata al ribasso fa la differenza. Molti di noi hanno rinunciato alle ferie prima per andarci adesso, in vacanza. Ci hanno visto lungo.