Sul palcoscenico
Caso-La Russa, il legale della ragazza nel mirino dell'Ordine degli avvocati
Mentre proseguono le indagini che vedono coinvolto il figlio del Presidente del Senato, l’Ordine degli avvocati di Milano dirama una nota per criticare il comportamento tenuto dal legale della ragazza che ha accusato Leonardo Apache La Russa di violenza sessuale. «Il difensore, nei rapporti con gli organi di informazione» si legge nel comunicato, «deve sempre ispirarsi a criteri di equilibrio e misura, nel rispetto dei doveri di discrezione e riservatezza, senza mai rivelare notizie coperte dal segreto di indagine», «un principio inderogabile».
Anche se la nota non fa nomi, il riferimento all’avvocato Stefano Benvenuto è piuttosto chiaro. Intanto, la ragazza 22enne sarà sentita oggi dai magistrati milanesi. Ma la strada dell’inchiesta appare in salita. Un po’ per gli oltre quaranta giorni che sono trascorsi tra i fatti e il deposito della denuncia (3 luglio); un po’ perché, al momento, l’unico elemento a disposizione degli inquirenti è rappresentato dal racconto della giovane.
Per cercare di capire cos’è successo la notte tra il 18 e il 19 maggio all’Apophis club, a due passi da Piazza Fontana a Milano, e poi a casa del Presidente del Senato, dove si sarebbe consumata la violenza, il procuratore aggiunto della Procura di Milano, Letizia Mannella, e il suo sostituto, Rosaria Stagnaro, si preparano ad ascoltare i protagonisti della vicenda. A cominciare da un testimone eccellente: Ignazio La Russa. Lo stupro, infatti, sarebbe avvenuto nell’appartamento di famiglia, dove la 22enne e il figlio della seconda carica dello Stato si sono recati, insieme a un amico di lui, dopo la serata passata nell’esclusivo club. E lì, la mattina del 19 maggio, il Presidente del Senato avrebbe visto la ragazza nel letto di Leonardo. Circostanza confermata sia dalla giovane sia dallo stesso La Russa.
Inevitabile, quindi, una sua convocazione da parte della Procura. Ma un altro personaggio chiave della vicenda, e che gli inquirenti non sono ancora riusciti a identificare, è il dj che ha suonato nel locale quella sera, un amico di Leonardo venuto da Londra e che avrebbe dormito a casa La Russa quella notte. E che, stando al racconto della ragazza, potrebbe aver partecipato alla violenza.
Secondo la denuncia, della serata la 22enne ammette di non ricordare nulla, se non di aver bevuto due cocktail. Il racconto riprende poi dalla mattina successiva, quando, intorno a mezzogiorno, la giovane si risveglia «in assoluto stato confusionale», «nuda nel letto con a fianco» il 21enne. Chiede quindi spiegazioni a Leonardo, che le risponde di aver avuto un rapporto sessuale con lei. La Russa aggiunge poi che anche il dj, che stava dormendo in un’altra stanza, aveva avuto un rapporto intimo con la 22enne. Se l’abuso fosse provato, la partecipazione di un terzo soggetto trasformerebbe il capo di imputazione in violenza sessuale di gruppo. Di particolare rilevanza saranno le immagini delle telecamere all’interno e all’esterno del locale. Intanto, i referti della clinica Mangiagalli di Milano, dove la presunta vittima si è recata il 19 maggio, hanno accertato due ecchimosi superficiali sul collo e sulla coscia sinistra, mentre le analisi positività alla cocaina, alla cannabis e alle benzodiazepine. La ragazza ha dichiarato di aver assunto uno Xanax e due dosi di cocaina prima di andare in discoteca.