Challenge mortale
TheBorderline, la supertestimone: "Un km prima dello schianto"
Ha instito tanto Matteo Di Pietro per averla seduta accanto nella Lamborghini Urus che il 14 giugno scorso ha centrato la Smart lungo via di Macchia Saponara uccidendo il piccolo Manuel. Lei, venti anni, non c'entrava nulla con la sfida, non c'entrava niente con TheBorderline eppure, forse per accontentare l'amico Matteo, aveva accettato di salire sul bolide. Raccontano Rinaldo Frignani e Ilaria Sacchettoni sul Corriere che la ragazza "si è aggiunta un chilometro prima dell'impatto". Lo ha detto lei stessa ascoltata in qualità di supertestimone dai carabinieri, coordinati dalla Procura, che contano sulla sua memoria fotografica per assegnare precise responsabilità agli youtuber impegnati nella sfida che doveva portare clic sul profilo del gruppo (e ai relativi sponsor).
Essendo estranea al mondo degli youtuber è ritenuta molto attendibile. La sua testimonianza è considerata altrettanto utile quanto gli approfondimenti degli esperti che faranno luce su dinamica, velocità e cause dell’incidente. Quali meccanismi hanno prevalso quel giorno a bordo del veicolo? Chi e cosa veniva filmato? Ci sono state interferenze fra chi guidava e chi filmava? A questi interrogativi la ragazza ha già dato risposta, ora si attendono i riscontri tecnici. Anche l'itinerario della Lamborghini, che viaggiava da ore per la città per completare la challenge, è in fase di ricostruzione.
Spiega il Corriere che molte risposte verranno anche dall’analisi dei supporti informatici sequestrati ai quattro giovani. Videocamere, compresa quella che in un primo momento uno dei ragazzi avrebbe tentato di nascondere sotto un sedile del Suv, hard disk e altra strumentazione è stata acquisita venerdì scorso dai carabinieri. Qui, tuttavia, occorrerà tempo per analizzarne il contenuto. Infine, i cellulari: gli investigatori stanno passando al setaccio le chat tra i quattro a caccia di indizi.