Chi punta il dito

Emanuela Orlandi, "ovvio: la pedofilia", l'ultimo terremoto in Vaticano

Sono passati quarant’anni da quel giorno di giugno 1983 in cui Emanuela Orlandi è scomparsa nel nulla. Tra indagini, voci, depistaggi, speranze e disillusioni la famiglia non ha mai smesso di lottare per scoprire la verità: nell’ultimo anno sono stati fatti dei passi in avanti importanti, dato che sul caso si sono finalmente messe a lavoro due procure (quella italiana e quella del Vaticano) e una commissione di inchiesta parlamentare (che è in arrivo). 

 

 

Laura Sgrò, avvocato di Pietro Orlandi e della famiglia, ha dichiarato che c’è una pista del passato che non ha ricevuto la giusta attenzione: “Mi riferisco in modo chiaro a quella della pedofilia. È una pista che è stata semplicemente chiacchierata fino ad ora, ma di fatto mai indagata. In particolare c’è quella conversazione che Emanuela ha avuto con una sua amica a pochi giorni dalla sua scomparsa in cui parla chiaramente di molestie sessuali. Da lì dobbiamo ripartire, da quel contesto, dalle sue amicizie, chi erano queste persone e perché Emanuela lo dice a un’amica e non ne parla con la famiglia? Io andrei a vedere questo spazio che non è stato ancora indagato”. 

 

 

Nel frattempo è previsto per martedì 20 giugno in commissione Affari costituzionali del Senato il voto sugli emendamenti al progetto di legge che istituisce la commissione bicamerale d’inchiesta sulla scomparsa di Emanuela Orlandi e di Mirella Gregori, la giovane cittadina italiana sparita un mese e mezzo prima della Orlandi.