La protesta
Olimpiadi invernali nel mirino dei "gretini": l'ultima folle campagna
La nuova versione dei Fridays for future, lo sciopero messo in atto dai ragazzi di mezzo mondo (la metà che inquina di meno) per protestare contro l’emergenza ambientale e climatica, non si limita più ai cortei mattutini per bigiare la scuola ma ora fa anche il rientro pomeridiano. Ieri, ad esempio, intorno alle 18 una quarantina di giovani con indosso tute bianche è entrata all'interno della sede regionale del Coni Lombardia di via Piranesi a Milano, affiggendo alcuni volantini contro le Olimpiadi di Milano-Cortina 2026. Gli attivisti contestano i Giochi perché le opere da realizzare per l’evento consumeranno suolo pubblico. In più, le Olimpiadi saranno sponsorizzate da Eni, cosa che ai giovani, allontanati dai carabinieri, proprio non va giù.
SIMBOLO DEL MALE - Il cane a sei zampe è stato tra i “simboli del male” sventolati già dalla mattina in circa 50 piazze in giro per lo stivale. Slogan, striscioni e cori sono stati per la verità dedicati un po’ a tutto e a niente.
Sempre a Milano, i manifestanti sono partiti in corteo da largo Cairoli verso la stazione centrale. Lungo il percorso hanno gettato liquame verso l’ex sede Enel in via Broletto. Nei giorni precedenti alla manifestazione, gli ambientalisti milanesi avevano spiegato che «d’estate si soffoca (non che sia una novità, ndr), le bollette si alzano (col fossile a palla costavano meno), le guerre aumentano (ma i piani green sono accelerati dopo il 24 febbraio) e le persone scappano».
Quest’ultima è una frecciata al governo dopo la tragedia di Cutro. Già che c’erano, gli attivisti si sono concessi anche qualche coro contro l’alternanza scuola-lavoro e contro gli stereotipi di genere, tanto per non farsi mancare nulla.
Anche nella sfilata di Roma le battaglie si sono fuse tra loro. In piazza c’era l’associazione ultrafemminista “Non una di meno”: «Prima di tutto perché», spiegano i nuovi portavoce dei movimenti ambientalisti, «la crisi climatica impatta in modo maggiore sulle donne e sulle minoranze. Noi chiediamo giustizia climatica e sociale.
Chiediamo che le minoranze più colpite dalla crisi climatica siano messe al centro delle soluzioni».
Lo “chiedono” al governo Meloni, che secondo loro starebbe «evidentemente» reprimendo le lotte climatiche.
A Napoli è tornata di moda la pratica di bruciare le bollette in strada, diventata virale durante la crisi del costo dell’energia di settembre-ottobre 2022. Tutte bollette in fumo che torneranno in qualche modo in cassetta postale. Ma nel frattempo fa gioco, come prendere di mira le sedi dell’Enel (che però possiede la più grande fabbrica di pannelli solari in Europa) ma pure del Banco di Napoli e del supermercato Grangusto. Immancabili nel tragitto napoletano tra piazza Garibaldi e piazza Municipio gli insulti al premier, tra cui: «Meloni serva».
CORI E STRISCIONI - Bisogna rendere atto, però, che l'ambientalismo di maniera sia bipartisan, e difatti i cori hanno preso di mira pure il governatore della Campania Vincenzo De Luca e il sindaco di Napoli Gaetano Manfredi. Poi, dopo aver messo in mostra un altro rituale recente, il lancio della salsa di pomodoro (stavolta non contro le opere d’arte ma contro le vetrine di Gucci, Prada e Louis Vuitton), i ragazzi del movimento ispirato da Greta Thunberg hanno esposto uno striscione fuori al porto di Napoli: «Oggi in nave, domani a nuoto». A Torino l’universo di sinistra ha fatto en plein. In piazza Castello c’erano attivisti di Unione popolare, Sinistra anti capitalista, Anpi, Rifondazione comunista, No Tav, collettivi studenteschi. Un’insegnante (perché sì, queste sono le prime manifestazioni della storia in cui i docenti precettano gli studenti) ha persino mobilitato i bambini di due classi della scuola elementare Marconi Antonelli, così fin da piccolissimi potranno iniziare ad apprezzare non certo la lotta per difendere il pianeta bensì le prodezze della fauna antagonista. Gli attivisti hanno mostrato ai piccoli alunni l’arte del lancio di pesci morti davanti al palazzo della Regione Piemonte, e della tinteggiatura di rosso dell’acqua nella fontana monumentale di piazza Solferino. Una lunga giornata di sano qualunquismo green.