Maxi truffa
Superbonus, "lo Stato vuole essere incul***": l'intercettazione-choc
“Lo Stato italiano è pazzesco, è una cosa… vogliono essere incul***, praticamente”. Questo è il contenuto di un’intercettazione emersa all’interno dell’inchiesta su una truffa da 440 milioni legata al sistema dell’Ecobonus. Un sistema sfruttato da un gruppo che faceva capo a un commercialista, Stefano Francioni, e che si basava sulle falle contenute in tutti i decreti sugli aiuti di Stato varati negli ultimi anni, tra bonus facciate, locazioni, sisma. Intercettazione che, probabimlente, farà impallidire Giuseppe Conte e tutto quel M5s che dopo averla voluta sta facendo le barricate in difesa del Superbonus.
Ancora non è stato approfondito il capitolo sul Superbonus, che adesso è stato stoppato dal governo Meloni per evitare ulteriori buchi ai danni dello Stato. Per quanto concerne la banda sgominata l’anno scorso dalla guardia di finanza di Rimini, erano coinvolte 81 persone, incriminate per associazione a delinquere, truffa allo Stato e autoriciclaggio. Il Giornale ha ricostruito la vicenda e ha posto l’attenzione su un aspetto in particolare, evidenziato anche dal giudice: l’inventore del sistema, ovvero il commercialista Franconi, “non può a affermare di essere all’oscuro dell’origine illecita dei crediti, posto che li ha pagati solo al 40% del valore nominale e in molti casi li ha immediatamente ceduti a Poste Italiane per il 98% del valore nominale”.
Il coinvolgimento di Poste Italiane si spiega con un’interpellanza di alcuni deputati del Movimento 5 Stelle che pretendeva che l’azienda pubblica comprasse crediti di seconda mano, e quindi anche di “provenienza oscura”. Sempre secondo Il Giornale, alcune persone coinvolte nella truffa hanno già scelto il rito abbreviato per limitare i danni, dato che le intercettazioni sono inequivocabili ed è provata sia la facilità della truffa che la quantità di soldi accumulabili inventando spese inesistenti.