Il caso
Anarchici violenti e sovversivi in galera. Io sto dalla parte delle istituzioni dei Magistrati e delle Forze dell’Ordine. L’analisi di Andrea Pasini
Dopo oltre 100 giorni di sciopero della fame contro il carcere duro, sono gravi le condizioni di Alfredo Cospito, terrorista e anarchico italiano, condannato all’ergastolo ostativo per l’attentato del 2006 contro la scuola di allievi carabinieri di Fossano.
Cospito ha iniziato uno sciopero della fame contro le condizioni del regime 41-bis e dell’ergastolo ostativo il giorno 20 ottobre 2022 e a oggi si trova ad aver perso più di 35 chili. Lo sciopero continua con il sostegno da parte di diversi gruppi anarchici e da una frangia di intellettuali italiani che hanno chiesto al Ministero della giustizia la revoca della misura che prevede «la facoltà di sospendere, in tutto o in parte, nei confronti dei detenuti per taluno dei delitti di cui al comma 1 dell'articolo 4- bis, l'applicazione delle regole di trattamento e degli istituti previsti dalla presente legge che possano porsi in concreto contrasto con le esigenze di ordine e di sicurezza».
In parole povere, in caso di gravi motivi di ordine e di sicurezza pubblica, il Ministro della giustizia ha la possibilità di sospendere le garanzie e gli istituti dell'ordinamento penitenziario, per applicare le restrizioni necessarie nei confronti dei detenuti condannati, indagati o imputati per i delitti di associazione per delinquere di stampo mafioso, nonché i delitti commessi per mezzo dell'associazione o per avvantaggiarla.
Cospito, che ha definito il regime del 41-bis come «l’inferno dal quale mai mi faranno tornare a rivedere le stelle» è oggi in custodia al carcere milanese di Opera nel Servizio assistenza intensificata presente nella struttura. Il suo avvocato ha già dichiarato che Cospito non accetterà somministrazioni di cibo e continuerà lo sciopero della fame.
Davanti a quanto sta succedendo, in quanto cittadino italiano che crede fermamente nella giustizia e nel valore delle istituzioni, mi sento in dovere di avanzare un mio pensiero in merito al caso Cospito e al tanto chiacchierato regime del 41-bis.
Credo fortemente che lo Stato non debba cedere a questo ricatto, perché di ricatto stiamo parlando. Uno Stato non può piegarsi a chi, programmaticamente, ne contesta l’esistenza e ne vuole minare le basi democratica. Men che meno difronte a chi per contestare lo stato e le istituzioni isa violenza e arroganza. Sono gli stessi anarchici a definire lo Stato loro nemico quotidiano, con cui non scendere a patti, perché allora dovrebbe essere lo Stato a cercare una mediazione?
Cospito probabilmente potrebbe anche essere un portavoce oltre che del mondo anarchico anche della mafia, che sta strumentalizzando la sua situazione per chiedere l’abolizione del 41-bis. Ritenere Cospito “meno colpevole” di altri, solamente perché le bombe da lui piazzate fuori dalla scuola allievi carabinieri di Fossano non hanno causato decine di morti, come invece è stato per altre stragi, significa ignorare un pericolo reale.
Ritengono doveroso ricordare il discorso tenuto da Cospito durante il processo per l’attentato di Roberto Adinolfi, amministratore delegato di Ansaldo Energia che è stato gambizzato proprio da Cospito. In quel giorno di ottobre, un presidio di un centinaio di anarchici, alcuni provenienti da Torino, sono rimasti davanti all’ingresso principale di palazzo di giustizia, mentre una ventina ha assistito alla prima fase dell’udienza, con slogan, urla e proteste contro il giudice. Tra gli incitamenti dei suoi compagni, Cospito ha definito «una gioia» e un «godimento» sparare ad Adinolfi, mentre il suo compagno Nicola Gai ha rivelato di essere in grado di «alimentare il suo odio» anche in carcere.
Come si può davanti a questi presupposti anche solo pensare di abolire il 41-bis? E come si può cedere alle richieste di un vero e proprio delinquete.
Il terrorismo è un cancro. Parliamo anche degli attentati compiuti contro la nostra diplomazia ad Atene, Barcellona e Berlino, come pure quello di Torino, le violenze di piazza a Roma e Trento, i proiettili indirizzati al direttore del Tirreno e al procuratore generale Francesco Saluzzo, la molotov contro un commissariato di Polizia. Lo Stato non può e non deve scendere a patti con questi criminali che odiano le istituzioni e lo Stato.
Gli anarchici violenti e i terroristi non avranno mai neanche un briciolo del mio rispetto. Il mio rispetto e la mia più sincera vicinanza va alle donne e agli uomini in divisa le Forze dell’Ordine e ai Magistrati che con grande professionalità e spirito di sacrificio fronteggiano tutti i giorni ed anche in queste ore così delicate, le dimostrazioni criminali di chi immagina di utilizzare la minaccia e la violenza come metodo di condizionamento delle istituzioni. Gli anarchici e tutti coloro che credono di poter far valere le proprie idee con atti criminali e terroristici vanno perseguiti dalle istituzioni in modo deciso e senza indietreggiare di un passo. Questa gente che rappresenta un concreto pericolo per la sicurezza e l’incolumità dei cittadini e delle istituzioni va stanata, perseguita, processata e sbattuta in galera senza alcuno sconto di pena.