Resa dei conti
Padre Georg, Francesco vuole liberarsene: le due ipotesi
Era nell'aria, ma nessuno si sarebbe aspettato che il faccia a faccia tra Papa Francesco e il segretario di Benedetto XVI ed attuale prefetto della Casa pontificia, mons Georg Gänswein, si svolgesse in tempi così rapidi. Invece ieri mattina, a sorpresa, la sala stampa vaticana ha diramato un breve e scarno comunicato in cui annunciava che Bergoglio aveva ricevuto al suo cospetto Mons. Georg. Per un attimo è sembrato fosse arrivato il redde rationem e tutto il mondo vaticano, come pure quello dell'informazione - che negli ultimi giorni si è particolarmente dedicato prima alla morte e alle esequie di Benedetto XVI e successivamente alle anticipazioni del libro di mons. Gänswein che uscirà questo giovedì - sono stati con il fiato sospeso.
LE IPOTESI
Invece nulla, non è trapelato alcunché, salvo le solite congetture che davano per imminente il licenziamento definitivo o l'allontanamento con destinazione ignota del presule tedesco, reo di aver attaccato a viso aperto il pontefice argentino proprio nel suo libro. Un libro non ancora uscito ma che già da una settimana è un caso editoriale. Abbiamo scritto anche noi, nei giorni scorsi come anche oggi, numerosi articoli sul volume intitolato emblematicamente Nient'altro che la verità. Abbiamo anche riportato ampi passaggi del testo in cui Gänswein attacca il pontefice regnante. È sicuro che nell'incontro tra i due avvenuto ieri la portata principale sia stata proprio questo. Cosa accadrà adesso a Gänswein abbiamo provato a chiederlo a numerose nostre fonti vaticane, alcune vestite di color paonazzo, altre addirittura di porpora: bocche cucine, serrate! È profana speranza ritenere che il silenzio sia dovuto alla discrezione, la verità è che realmente, ad oggi, nessuno sa cosa deciderà Bergoglio in merito all'ormai scomodo monsignore. Senza più la protezione di Ratzinger sono in molti a ritenere che sarà presto allontanato, «l'uscita del libro» - ci racconta un alto prelato a cui abbiamo chiesto numi - «è solo un accelerazione, tutti sapevano che con la morte di Benedetto il suo successore si sarebbe disfatto di Gänswein».
IL NODO PORPORATO
Resta solo da capire dove verrà spedito, i più ritengono plausibile che la destinazione finale sia la stessa da cui, nel 1992, padre Georg partì alla volta di Roma: la Germania. Che Gänswein non fosse apprezzato da Francesco lo ha rivelato lui stesso nel suo libro, a cui aggiungiamo, per far capire meglio il concetto, un ulteriore passaggio contenuto nel capitolo intitolato "Prefetto dimezzato": «Probabilmente, quando ebbi la conferma quinquennale (come prefetto della Casa pontificia, n.d.r) a fine 2017, volle mantenermi nell'incarico essenzialmente per rispetto alla nomina fatta da Benedetto, anche se fin dall'inizio era accaduto sempre più spesso che venissi scavalcato nelle mie responsabilità, poiché Papa Francesco preferiva piuttosto prendere accordi direttamente con il mio vice, il reggente padre Leonardo Sapienza».
Dal 2020 il reggente citato da Gänswein espleta in toto le sue funzioni, non c'è dubbio che presto, se non prestissimo, Gänswein sarà spostato o pre-pensionato. Ma c'è un particolare: se è vero che Bergoglio ci ha abituato a sparigliare le carte, negando la porpora ai titolari di diocesi anche importantissime come Milano, Torino, Venezia, Genova e Palermo è anche vero che tutti i prefetti della Casa pontificia degli ultimi quattro secoli al momento del pensionamento sono stati creati cardinali. È una prassi ben diversa, infatti, quella legata ai membri anziani della Curia romana. Un vescovo può rimanere tale anche se a capo di una grande diocesi, un membro della Curia solitamente chiude la sua carriera con la porpora. Vedremo cosa accadrà, difficile che Bergoglio si pieghi a dare il cardinalato a Gänswein, il trasferimento in una diocesi è l'ipotesi più probabile.