Paura
Terremoto, scossa sulle coste dell'Adriatico: cosa sta succedendo
Una nuova scossa di terremoto, di magnitudo 4.3, è stata registrata questa sera sulla costa marchigiana. La scossa, riferisce l’Ingv, è stata rilevata alle 21.41, ad una profondità di 10 chilometri. Non c'è pace per il versante adriatico già colpito da alcune scosse qualche giorno fa. L'evento sismico è stato registrato a una profondità 10 km nel Medio Adriatico, Romagna-Marche , la seconda nelle ultime 24 ore. Secondo la scala Richter, un evento sismico di magnitudo 4.3 è classificato come terremoto "molto leggero"e descritto nel modo seguente: spesso avvertito, ma generalmente non causa danni.
La zona da qualche giorno è piuttosto instabile e di fatto in questi giorni si contano ancora le lesioni sulle strutture di alcuni immobili, soprattutto ad Ancona. In un recente studio The impact of faulting complexity and type on earthquake rupture dynamics, recentemente pubblicato su Communications Earth Environment di Nature, a cura di ricercatori dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (Ingv) e dell’Università Sapienza di Roma, si dimostra come le proprietà di un evento sismico cambino in funzione della complessità della struttura della faglia che ha generato il terremoto e del suo ambiente tettonico. "Lo sviluppo delle reti sismiche e l’affinamento delle tecniche e delle tecnologie impiegate nella caratterizzazione della sismicità permettono di analizzare molte delle sue proprietà. È fondamentale, quindi, compiere ulteriori sforzi teorici e modellistici per proseguire in modo sistematico l’analisi di dati sempre più abbondanti e affidabili. Ciò consentirà lo sviluppo di una visione complessiva dei meccanismi all’origine dei terremoti e una comprensione più avanzata dei processi sismologici a carico della parte superficiale (fino a 15-20 km di profondità) e fredda della crosta. Ancora, lo studio suggerisce che in presenza di bassi valori di doppia-coppia (due coppie di forze ortogonali fra loro che rappresentano il meccanismo del terremoto) non giustificati da processi fisici, è possibile una sottostima della magnitudo dei terremoti”, ha affermato Davide Zaccagnino, dottorando della Sapienza e coautore della pubblicazione