Quelle bollette sempre più care che vanno su e che rischiano, per davvero, non è mica un modo di dire, di paralizzare mezzo Paese e di far passare un inverno al freddo all'altra metà. Ci sono le Regioni, tanto per cominciare, in affanno. Con i costi raddoppiati, triplicati, quadruplicati pure: da un mese all'altro, sull'unghia. In conti che in qualche modo devono quadrare, ma non è facile. E allora eccolo lì, lo spettro che nessuno voleva leggere più, che dopo due anni e mezzo di pandemia pensavamo di lasciarci alle spalle: le amministrazioni regionali avvertono: o si trovano le risorse per coprire il rincaro energetico o tocca tagliare anche sul fronte della Sanità. Prendi il caso delle Rsa della Toscana: le perdite previste, scandisce Confcooperative-Federsolidarietà e Confcooperative Sanità, sono terribili: per ogni posto letto vanno da 10 ai 20 euro al giorno, i 120 milioni stanziati dal governo per il settore vanno «nella giusta direzione, ma sarebbe ingenuo pensare che possano bastare».
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Ma come? Se una cosa ci ha insegnato, il Covid, è che con la salute non si scherza e le sforbiciate, a ospedali, cliniche e ambulatori, fanno solo male. E infatti loro, le Regioni, lo dicono chiaro: è un grido dall'allarme, non possiamo arrivare a tanto, non possiamo penalizzare un settore per il quale, tra l'altro, non c'è ancora una copertura totale sulle spese legate al Sars-cov2.
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Si faccia qualcosa, cribbio. E si faccia qualcosa anche per quegli italiani che i fornelli e le lampadine e le utenze domestiche se li sono già visti staccare. Non è ancora iniziato, il grande freddo del 2022. Non sono neanche ancora arrivate le bollette super salate, quelle da stangata vera e propria, quelle che riceveremo tra un mese o due, che circa 170 impianti del teleriscaldamento a Torino sono già saltati. Decine di bar, a Frosinone a Roma, si sono già visti chiudere i rubinetti: ci-spiace-quest' anno-va-così. Che quindici famiglie, in via Palombini, nella Capitale, sono costrette a farsi la pastasciutta utilizzando dei bomboloni da campeggio: e quando va bene, perché quando va male l'acqua calda non ce l'hanno manco per lavarsi il viso alla mattina. Morosi, ma anche chiusure di contratti non più vantaggiosi e utenti che lo stracciano proprio, l'accordo ,dato che ormai è salasso in piena regola e rimani con un foglio di carta in mano. A Firenze sono per gli anziani che rescindono dalla fornitura dopo aver ricevuto quella lettera che, senza nemmeno darti il tempo di dire se sei d'accordo o meno, ti toglie il prezzo fisso delle utenze e tanti saluti. Nei quartieri romani di Borghesiana, Torresina e Primavalle ci sono almeno 75 famiglie e tre grossi condomini senza il gas in casa, con i contatori che non contano un bel nulla perché alcuni inquilini non hanno pagato le loro rate. «Diventerà una situazione esplosiva», racconta Leonardo Caruso, che è il presidente dell'Anaci milanese, cioè dell'Associazione degli amministratori di condominio: «I morosi c'erano anche prima, ma quest' anno sarà peggio. Coinvolgerà tutti, ci sarà un incremento di morosità significativo e le aziende fornitrici di energia ce l'hanno già detto: per chi non paga sospenderanno la fornitura». Ma non solo: il gestore di un bar di Frosinone si è visto staccare tutte le utenze (compresa quella del telefono) perché «alcune offerte sono diventate insostenibili».