Il caso
Sicilia, la chef stellata esulta per l'agnello macellato vivo
È una tranquilla domenica pomeriggio. "Scrollando" le notizie sui social, mi sono imbattuta in un repost dell'Enpa (Ente nazionale protezione animali), che dichiarava di aver intrapreso azioni legali per un caso di possibile maltrattamento ai danni di un agnello durante una festa privata avvenuta in Sicilia qualche mese fa. In bella mostra c'è la foto del piccolo ovino appeso a testa in giù, sorretto da un uomo ed una donna (i suoi allevatori) prima di essere ucciso. L'agnellino appare immobile con gli occhi aperti. Terrorizzati. Chi può aver così tanto cattivo gusto e poco senso etico nel pubblicare su Instagram una simile foto? Chi ha cucinato (e forse anche ucciso?) la povera bestia, a quanto pare.
Leggo la caption sotto la foto che inizia con un criptico vaneggio riguardo ad un'isola piena di persone malvagie bla bla bla, poi continua con informazioni interessanti. Su come è stato cucinato l'animale, per esempio, "che ho arrostito a casa con riso libanese che ho anche questo cucinato a casa"... nel bellissimo posto di Ciccio con altri amici. Seguono tags link, ect.
Poi un secondo post con le informazioni su che tipo di cottura ami per la pelle dell'animale, e sopra la foto del piatto con i pietosi resti circondati dal riso, mentre sullo sfondo si muove una gioviale ambientazione stile Cocoon (ricordate il film?. Anche la stessa Helou - tre decadi di esperienza nel mondo culinario a cui si è affacciata con tardiva vocazione - sembra non aver donato il giusto equilibrio per esprimere la sua cucina tradizionale a mezzo internet.
IL PROFILO Libanese, affermata scrittrice di cucina mediorientale, da giovane lavora per Sotheby' s con successo. Poi, grazie alla grande conoscenza del mondo islamico, scrive libri di cucina mediterranea. Alle domande dei follower turbati che chiedevano se l'animale fosse ancora vivo al momento dello scatto, Anissa Helou, questo il suo nome, risponde un laconico «yes». Di getto mi aggiungo ai vari commenti dispiaciuti e quasi subito vengo bloccata dal profilo.
Contatto l'Enpa e la presidente, Carla Rocchi, mi spiega come si siano messi subito a lavoro per tentare di dare giustizia e ristabilire un minimo di ordine davanti ad una inutile crudeltà come quella che sembra essere avvenuta in Sicilia in presenza della cuoca-scrittrice nota in Italia per aver partecipato da ospite ad una puntata di Masterchef. Sulla macellazione, il decreto della Regipone Sicilia parla chiaro: «È consentita - come nel nostro caso- a soggetti in possesso di codice aziendale registrato...
che abbiano allevato l'animale dalla nascita o per almeno 30 giorni precedenti la macellazione». Il proprietario che intende macellare ovi-caprini a domicilio deve quindi darne comunicazione al servizio veterinario della ASP competente almeno 72 ore prima della macellazione. Al medico veterinario competente il compito di verificare i requisiti fino a concordare con il proprietario il giorno e l'ora della macellazione.
«L'abbattimento», dice la legge, «deve avvenire previo stordimento, effettuato mediante l'utilizzo di pistola a proiettile captivo o altro metodo idoneo, eseguito unicamente da persona in possesso di certificato d'idoneità... Èvietata la macellazione rituale. Il dissanguamento, mediante recisione dei grossi vasi del collo, deve avvenire in modo rapido e completo (recisione di entrambe le carotidi), possibilmente con l'animale sospeso. Tutte le parti della carcassa e le frattaglie degli animali macellati, compreso il sangue, devono essere sottoposti ad accurata visita ispettiva post mortem dal Veterinario Ufficiale della ASP al fine di evidenziare segni che potrebbero deporre per la loro inidoneità al consumo umano».
Infine, il proprietario dell'allevamento, o chi per lui, entro 7 giorni dalla macellazione domiciliare, dovrà comunicare al sistema informativo veterinario l'avvenuta macellazione per autoconsumo del capo». Date le informazioni piuttosto chiare, si suppone che gli uffici competenti avessero contezza dell'imminente macellazione per la festa privata con la Helou ai fornelli, e che sempre una delle persone preposte fosse effettivamente presente prima, durante e dopo la macellazione. E che quindi anche lo stordimento dell'animale sia stato effettuato nelle modalità stabilite dalle leggi. E che, last but not least, non sia avvenuta alcuna macellazione rituale.