roghi e immondizia

Roma, Roberto Gualtieri cerca scuse per il disastro: la "mano incendiaria" e i rom. Ma la procura...

Francesco Storace

Il Campidoglio cerca la mano di un uomo per i roghi che stanno devastando la città. A sentire gli inquirenti è più facile che il sindaco Roberto Gualtieri trovi la zampa di un cinghiale. Perché se le voci sono quelle scettiche di chi indaga, non c’è regiacriminale.Omeglio: c’è forse qualche sciagurato, ma non un’organizzazione che complotta contro la città. Semmai una mano manca ed è proprio quella del sindaco. Che anziché aizzare contro il nemico invisibile in modalità fantasmi di Biden farebbe bene a far conoscere alla Procura qualche dettaglio sulla deficitaria gestione del verde romano. Perché su questo si sta pure indagando a piazzale Clodio dopo i roghi. Però il Pd ulula. E alla Camera ieri si è esibito in una richiesta di informativa al governo a cui si sono doverosamente associati un po’ tutti. Ma la certezza di una banda di delinquenti che stia affumicando Roma non ce la dà ancora nessuno. Diversi incendi, nessun arresto. Finora. Se c’è un piano contro la Capitale, il rogo dove sono – erano - le carcasse custodite dagli autodemolitori, avrebbe potuto provocare una strage. E per quello procederebbero gli inquirenti se ne fossero convinti. Anche se Gualtieri insiste...

 

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VERDE TRASCURATO
Ma se la procura indaga sul serio sulla gestione del verde pubblico e sui rifiuti abbandonati per strada, si vedrà presto qual è la mano da tagliare. Perché c’è tanta incuria nella Capitale, uno stato di abbandono che rattrista le persone, si pagano fior di tasse ma senza servizi. Dice uno che di inchieste ambientali se ne intende, il maggiore Emanuele Tamorri, capo del Noe dei Carabinieri di Roma: «Gli incendi che in poco meno di un mese sono divampati nella Capitale (4 in 24 giorni) rappresentano sicuramente un allarme e stiamo indagando senza escludere alcuna ipotesi. Tuttavia non ci sono ad oggi elementi certi che possano far ipotizzare una regia criminale». Si parla anche di Rom nelle stanze dove si cerca di capire chi possa essere stato il Nerone di turno. Ma magari per qualcuno può essere imbarazzante. A sinistra. È fuori di sé Fabio Rampelli, vicepresidente della Camera, volto storico a Roma di Fdi: «Sono almeno 10 anni che denuncio i roghi tossici nella Capitale, eventi dolosi sui quali i campi nomadi hanno una responsabilità precisa tanto quanto chi ha fatto di tutto per nascondere il problema, ignorarlo o minimizzarlo. Mica vorrai colpire un’etnia solo perché purifica con il fuoco il ferro e  il rame dalle sporcizie? Ma nulla è servito». Sui social, cittadini scatenati. Foto, video, tutto quello che occorre per denunciare il degrado della città, altro che complotto. Quella di Roma è sempre più una storia di inefficienza amministrativa. Immondizia ovunque, cassonetti strapieni, spiagge allo sbando, sporche e senza servizi, abusivismo, incendi che devastano la città e mettono in pericolo la cittadinanza. Con chi se la vuole prendere il sindaco Gualtieri? In Comune nessuna autocritica?

 

 

ALLARME DIOSSINA
Solo autodifesa e palla in tribuna. Eppure il Sindaco non è un passante, è normale che gli si chieda conto di che cosa abbia fatto in questi mesi per mettere in sicurezza la città. La denuncia degli inneschi trovati non va fatta certo cadere:ma come è possibile che tutto questo sia sufficiente a paralizzare per una giornata intera un quadrante vasto come quello di Roma est? Prudenza, sindaco, nel partire lancia in resta contro colpevoli per ora immaginari. Ammette sempre il maggiore Tamorri: «Siamo partiti dall’incendio di Malagrotta, e al momento non emergono significative evidenze in merito a una correlazione coni roghi di Casalotti, del Pineto e di Centocelle». E perfino di fronte al Consiglio regionale, alla Pisana. Per ora nulla di concreto, pare di capire. Le certezze le ha solo Gualtieri. Ma a Centocelle intanto si respira diossina. Invece, i magistrati procedono con serietà, proprio per capire se esista davvero una specie di cabina di regia che agisce nell’ombra per dare alle fiamme Roma. Oppure – altra ipotesi - se all’inizio, gli incendi erano accidentali e adesso qualcuno si sta “divertendo” ad appiccarli. O infine, se il caldo e il vento di questi giorni hanno alimentato le fiamme dopo che qualche automobilista incauto ha gettato un mozzicone di sigaretta. Non ditelo al sindaco, che giura di non volersi fare intimidire. Ma da chi?