Cifre da capogiro
Bollette killer, infarti a raffica: ecco quanti sono i morti dopo aver aperto la busta
Ha avuto un malore. All'ufficio delle Poste, con la bolletta in mano, appena è finita la fila: quando la sportellista le ha fatto presente l'importo, una signora pensionata, di Feltre, in provincia di Belluno, classe 1943, s' è sentita male. E non per modo di dire: hanno dovuto chiamare l'ambulanza e soccorrerla. Pensava di dover pagare 33 euro per l'utenza del gas, come sempre. Gliene avevano addebitati 33mila. Non ha retto. Ma-cosa? Ed è caduta giù come una pera. Per fortuna a darle un po' di fiato ci ha pensato il figlio, che quel cedolino "impazzito" lo ha impugnato davanti a un giudice e, ieri, si è visto cancellare il debito che pendeva sopra la loro testa dal 2017. Cinque anni di avvocati e carte bollate, ma almeno è finita bene.
È finita, cioè, che lei (la madre) si è ripresa e lui (il ragazzo) non dovrà scucire un centesimo dato che i suoi legali hanno trovato il modo di districarsi tra contratti di voltura, richieste di lettura del contatore e rateizzazioni di pagamenti che, ora, non dovrà più staccare perché il tribunale veneto ha annullato la sua ingiunzione. Almeno quello.
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Epperò rimane la paura. Perché non c'è mica solo la signora di Feltre alle prese con le "bollette da infarto". Purtroppo di casi, invece, se ne registrano a decine. E non riguardano solo i rincari gonfiati degli ultimi mesi. Anzi, spesso sono pure precedenti. Perché ormai, a preoccuparci quando arriva la busta con su scritto Enel o quel che è, ci siamo abituati. È da gennaio che sentiamo parlare si stangate o mazzate. A Lecco c'è l'anziana (siamo nel 2012) a cui chiedono 5.800 euro per l'acqua, manco annuale ma di un solo bimestre, che non si perde d'animo e chiama il gestore sperando in una spiegazione più clemente ma quando si sente rispondere «no, signora: l'importo è corretto» stramazza a terra e devono ricoverarla in ospedale. A Roma c'è l'81enne residente di una casa popolare (è il 2018) che strabuzza gli occhi davanti al conto dell'Eni - sopra c'è scritto 18.464 euro - e poi ha un malore.
Un mancamento, arrivano i medici. E quando lei si riprende il suo prime pensiero è "dove li trovo i soldi?".
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Oppure l'uomo romano (2016) che si trasferisce e, quasi per caso, va a far visita alla vecchia proprietaria dell'appartamento che ha lasciato, la quale gli allunga un plico di posta ancora intonsa e dentro ci trova un conguaglio di 65mila euro di una società multiservizi: stessa storia, prima un giramento di testa, poi il malore. O ancora l'ultranovantenne che a Trieste si ritrova con una fattura da pagare di 1.761 euro più qualche spiccio (ma chi ci fa caso, con quelle cifre, ai decimali) e di primo acchito pensa di aver letto male, poi afferra gli occhiali e si porta una mano al cuore: è cardiopatica, le viene un infarto, un infarto vero, rimane ricoverata per una settimana di fila. In provincia di Salerno, per dimenticanza del gestore, ad una azienda grafica è arrivato un conto di 97mila euro. È che ormai è diventato quasi un modo di dire: "che bolletta da infarto", "la bolletta choc", "una bolletta da stare male". Ma per molte persone, specie per gli anziani, purtroppo succede sul serio. E non sempre, come nel caso di Feltre, va tutto per il meglio.