Ancora lui

Vaccino, Roberto Speranza non molla: quando si farà la quarta dose, "coordinati con la Ue"

In barba a chi pensava di aver concluso il ciclo vaccinale, Roberto Speranza annuncia la quarta dose. "Si apre una fase nuova, il Paese affronta l'epidemia ancora in corso con strumenti ordinari. Non significa che la pandemia è finita. Non c'è un pulsante 'off' che magicamente fa sparire il virus - precisa il ministro della Salute per poi raddrizzare il tiro -. Ma chi pensa che si debbano ancora usare gli strumenti di due anni fa è fuori dalla storia. È cambiato tutto: conosciamo meglio il virus, abbiamo i vaccini, le cure, sappiamo che le mascherine sono fondamentali".

 

 

Per questo secondo Speranza è ancora prematura l'idea di abbandonare la mascherina al chiuso. Primi spiragli su questo fronte potrebbero esserci già a maggio, ma il ministro preferisce non sbilanciarsi annunciando che ulteriori decisioni devono essere prese "passo dopo passo". "A metà aprile - conferma a Repubblica - osserveremo il quadro epidemiologico, valutando la curva. La situazione degli ospedali ora è sotto controllo ma l'incidenza è alta e le mascherine sono particolarmente utili. E infatti questo mese restano obbligatorie al chiuso".

 

 

Meno dubbi invece sul vaccino. Nei giorni che vedono l'Unione europea impegnata in un complesso dibattito, Speranza si appella ai paesi membri: meglio andare "coordinati, non ha senso farlo in ordine sparso". Al momento è quasi certo il via libera alla quarta dose di vaccino contro il Covid per gli anziani. Mancano solo i dettagli: tempi e fasce anagrafiche. La pandemia, come ammesso dallo stesso ministro, lo ha messo a dura prova: "I miei figli tifano perché papà stia più a casa". Eppure è ancora presto per fare un passo indietro: "Non ho ancora finito - promette -. Adesso metto tutte le energie sulla costruzione e il rilancio del servizio sanitario. Abbiamo una finestra di opportunità, grazie alle risorse del fondo sanitario nazionale, 10 miliardi in più, e del Pnrr, altri 20. La lezione del Covid deve farci aprire una nuova fase, per rendere più forte la nostra sanità".