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Bollettino 23 marzo, come muta "l'ondina": contagi e ricoveri, la nuova tendenza
La situazione epidemiologica dell’Italia continua a rimanere sotto controllo, nonostante le critiche arrivate dall’Oms, secondo cui il nostro Paese - così come altri - ha rinunciato troppo presto alle restrizioni anti-Covid, finendo in pasto a una nuova ondata di casi. Quest’ultima però per il momento è più una “ondina”, e soprattutto non genera grossa preoccupazione a livello ospedaliero, dato che la barriera eretta dall’alto tasso di vaccinati e guariti contro lo sviluppo della malattia grave sta reggendo.
Il bollettino di oggi, mercoledì 23 marzo, rilasciato dal ministero della Salute dà conto di 76.260 contagiati, 51.922 guariti e 153 morti a fronte di 513.744 tamponi analizzati, con il tasso di positività che è stato rilevato al 14,8%. Dati in linea con quelli di martedì scorso, quando erano stati registrati 72.568 positivi, 137 decessi e il 14,8% del tasso di positività: una buona notizia, se si considera che ultimamente il confronto con sette giorni prima è sempre stato negativo.
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Per quanto concerne il sistema sanitario nazionale, la pressione continua a rimanere ampiamente gestibile: oggi il saldo dei ricoverati in reparti Covid è -30 (8.939 posti letto attualmente occupati), mentre quello dei ricoverati in terapia intensiva è +11 (466) a fronte di 55 nuovi ingressi. L’Agenzia per la Sanità ha però diffuso dati aggiornati secondo cui i pazienti Covid in area non critica sono tornati ad aumentare: l’occupazione in reparto è salita al 14% (nulla a che vedere con il 42% di un anno fa, merito dei vaccini) e nelle ultime 24 ore è aumentata in ben nove Regioni.
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