Disgrazia e sospetti
Pesaro, Cristina muore dopo il morso del ragno violino? Cosa non torna: aperta un'inchiesta, doppio-choc
È crollata all'improvviso sul pavimento della sua casa di Pesaro ed è morta di fronte al compagno, Gilberto Del Chierico. Attimi concitati dove è accaduto quello che fino a soli pochi minuti prima era uno spettro lontanissimo e sbiadito. Venerdì scorso, Gilberto, si è trovato di colpo a tentare di salvare la vita della sua compagna. Con le proprie mani, piegato sul pavimento, ha provato a rianimarla con un massaggio cardiaco. Poi si è lanciato in una chiamata disperata al 118. I soccorsi, alle 10 di sera, hanno constato il decesso di Cristina Calzoni. Una morte che non si spiega ancora e che probabilmente trova le sue origini in due fatti, banali e assurdi, che si sono verificati mesi fa. La donna, 46 anni, in salute, appassionata di cani e gatti, è stata morsa ben due volte da un ragno violino che le ha iniettato il suo veleno nello stesso punto, sulla schiena. La prima volta a settembre scorso, la seconda a novembre, mentre si trovava al gattile San Bartolo di Pesaro, dove andava spesso per dar da mangiare ai gatti randagi.
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Non era successo nulla di grave dopo la prima puntura, che aveva tamponato con qualche pomata e medicinale specifico per far passare l'arrossamento e il prurito. Poi è arrivata la seconda, a novembre. Il dolore si è trasformato e con il tempo la dose di veleno ricevuta è risultata così fastidiosa da costringere la 46enne a rivolgersi al centro specializzato antiveleni di Bologna, per avere una cura più adatta. Èvicino ai flaconi di quei medicinali, prevalentemente antidolorifici, che l'hanno trovata i sanitari allertati dal compagno l'altra sera, distesa a terra e senza vita. Un malore improvviso, apparentemente inspiegabile, tanto che sono intervenuti anche i Carabinieri, per chiarire se possa essersi trattato di una morte provocata da un sovradosaggio dei farmaci prescritti. La procura non ha disposto l'autopsia, ma solo un accertamento esterno del corpo. Sgomenti e disperati amici e familiari di Cristina, conosciuta da tutti per le sue passioni: la musica, la natura e gli animali.
Proprio la sua spiccata sensibilità verso i quattro zampe le è stata fatale nel duplice incontro con il ragno violino. Il primo morso, infatti, non l'ha fermata. I gatti avevano bisogno di lei e Cristina è corsa da loro, una seconda volta. Restano le parole del compagno scritte sul suo profilo facebook, con cui ha annunciato agli amici e conoscenti la morte improvvisa di Cristina. «La mia amata Cristina, ieri alle 19.30 , mi ha dato l'ultimo bacio. Grazie per esserci stata, dolce leonessa», ha scritto il giorno dopo. Non è il primo caso di decesso causato dal morso di un ragno violino in Italia. Anche se, fortunatamente, i casi si contano sulle dita di una mano. Tra i più recenti si annoverano un 45enne del cagliaritano morto nel 2017 e una 51enne deceduta a Marsala nel 2020. «Le dimensioni del ragno violino sono piccole, il suo corpo non supera i 9 millimetri di grandezza. Con le zampe, aumenta fino a un massimo di 4-5 centimetri», spiega lo zoologo Pietro Ansidei. «Si tratta di una specie autoctona e la sua distribuzione è nazionale. Anche se a nord tende ad ambientarsi soprattutto tra le mura domestiche per proteggersi dalle temperature rigide», aggiunge Ansidei. «Tendenzialmente è un animale schivo, non è di natura aggressivo.
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Il problema è che spesso si nasconde proprio all'interno delle nostre case, per esempio nei battiscopa. Per le sue piccole dimensioni non è sempre facile accorgersene», aggiunge l'esperto. Il morso può essere letale, ma non in tutti i casi. «Inizialmente il morso può essere del tutto asintomatico e indolore e chi viene attaccato potrebbe non accorgersi di nulla. Dopo alcune ore, generalmente si manifestano alcuni sintomi, come prurito, bruciore e formicolii», spiega lo zoologo. Ma le lesioni possono sfociare anche in situazioni più gravi. «Ci possono essere reazioni allergiche e nei casi più severi anche shock anafilattico. Per questo è bene rivolgersi sempre all'ospedale dopo il morso di un ragno», conclude.