La svolta
Covid e Omicron, tampone fai da te per la fine quarantena: rivoluzione, si sblocca l'Italia?
I dettagli verranno resi noti solo domani, ma l'Emilia Romagna è pronta e sta per cambiare le procedure dell'auto-sorveglianza in caso di contatto da covid-19. La parola d'ordine è «semplificare», il governatore dem Stefano Bonaccini lo dice chiaro: «Vogliamo sgravare il lavoro micidiale che devono sopportare le Ausl e le farmacie e vogliamo concentrarci ancora di più sui vaccini». Ha ragione, con più di un milione e 200mila tamponi processati solo ieri, a livello nazionale, rischiamo la paralisi.
Ecco perché, a Bologna e dintorni, tra pochi giorni sarà sufficiente un test rapido fai-da-te e una connessione internet. Con un esito positivo, infatti, a condizione che quella benedetta punturina salva-pelle uno se la sia fatta, basterà caricare il risultato sul proprio fascicolo sanitario online e seguire, autonomamente, le regole per la quarantena e l'isolamento fino al successivo tampone negativizzato che dovrà essere dichiarato nel medesimo modo. L'«autotesting»- così si definisce- è anche una prova di fiducia perché il rischio c'è ed è quello dei furbetti che potrebbero far finta di nulla. Il nodo da sciogliere in queste ore, e su cui sta lavorando la regione Emilia Romagna, è se questa possibilità potrà essere data sia a quanti hanno già completato il ciclo vaccinale ordinario oppure se verrà riservata a quelli con la dose booster. Di sicuro c'è che i no-vax dovranno seguire l'iter ordinario: «Si tratta di un'alleanza fra i cittadini e la sanità pubblica», commenta l'assessore regionale alla Sanità Raffaele Donini. Gli sforzi sono tesi nella direzione di ridurre quella quota di non vaccinati che, mica solo in Emilia Romagna, sta riempiendo ospedali e terapie intensive.
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Non lo diciamo noi, lo dicono i numeri dell'ultimo rapporto settimanale dell'Istituto superiore di sanità: il tasso di intubati per covid è di 26,7 ogni 100mila abitanti per i non vaccinati e di 0,7 per chi di punture se ne è fatte somministrare tre. In altri termini, la possibilità di finire in terapia intensiva, per i no-vax, è 38 volte superiore. E per favore, smettiamola con la litania che s' infetta pure chi s' è fatto inoculare perché la matematica è difficilmente opinabile: il rischio, per loro, è nettamente inferiore. È pure «più elevata nei non vaccinati la probabilità di contrarre una re-infezione», spiega il dossier dell'Iss, perché «nei soggetti vaccinati con la dose aggiuntiva (ossia la booster, ndr) l'efficacia nel prevenire la diagnosi di Covid e i casi di malattia severa sono pari, rispettivamente, al 68,8% e al 98%». Semmai servissero delle ulteriori conferme. «Nell'ultima settimana", si dice poi, "si osserva un aumento dell'incidenza di coronavirus in tutte le fasce d'età tra gli zero e i 19 anni». Infine l'Istituto sottolinea «un forte ritardo nella notifica dei casi di questa settimana per Calabria, Friuli, Sardegna, Sicilia, Toscana e provincia di Bolzano» dovuto «a difficoltà tecnico-organizzative e alla forte pressione sui servizi sanitari».