Il decreto
Super green pass, obbligo vaccinale e terza dose. Indiscrezione dal Cdm: cambia tutto
Tra le misure che il governo potrebbe varare oggi dopo il confronto con i presidenti delle regioni e un accordo con i partiti ci sono l'obbligo del super green pass a chi ha più di 60 anni e ad alcune categorie di lavoratori e il sì alla terza dose per gli over 12, infine nuove regole per lo smart working. Sul tavolo resta l'ipotesi di imporre il green pass rafforzato a tutti i lavoratori, riporta il Corriere della Sera, ma per evitare nuove tensioni tra i partiti il governo potrebbe decidere di imporlo solo per alcune categorie per le quali è indispensabile.
Di sicuro si imporrà il green pass a chi ha più di 60 anni e non è escluso che lo sia anche per gli over 50. L'idea è di proteggere le classi più fragili ed evitare il collasso degli ospedali. In questo senso vanno i presidenti di Regione che chiedono "una valutazione dell'obbligo vaccinale anche tenendo conto della fragilità dei soggetti più a rischio di ospedalizzazione nonché di una eventuale estensione dell'utilizzo del green pass rafforzato".
Per quanto riguarda i lavoratori la discussione è ancora aperta. Escluso per ora l'obbligo vaccinale per tutti i cittadini, si ragiona sui lavoratori. L'idea è quella di procedere per categorie, come già è stato fatto per il personale sanitario e scolastico, per le forze dell'ordine e per i lavoratori esterni delle Rsa. A questi potrebbero aggiungersi gli allenatori delle squadre sportive, chi lavora nelle palestre, i lavoratori che hanno contatto diretto con le categorie più fragili.
Dal 10 gennaio i ragazzi tra i 12 e i 18 anni potranno prenotare la terza dose. Dal primo febbraio infatti la validità della certificazione verde scende da nove mesi a sei.
"Fino al 31 marzo 2022 la differenza fondamentale per lo smart working tra pubblico e privato sta nell'obbligatorietà, per il settore pubblico, dell'accordo individuale, mentre nel settore privato è ancora ammessa la forma semplificata di smart working, senza necessità di accordo individuale", ha detto il ministro Renato Brunetta. Nel pubblico per il lavoro da casa resta il tetto del 49% dei dipendenti, nel privato può arrivare al cento per cento,