Il caso

Omicron, Milano "porta" della variante in Italia. Perché la Lombardia è sempre il centro di diffusione

Milano è stata la "porta" per l'arrivo di Omicron in Italia. Una "porta" che si è aperta tra il 13 e il 15 dicembre. Dopo due anni dallo scoppio della pandemia, osserva il Corriere della Sera, è sempre la Lombardia il centro della diffusione del virus. 

Nelle ultime tre settimane infatti è stata la Regione con l'incidenza di casi più alta - quasi 2mila per ogni 100mila abitanti - e ancora una volta Lodi, Monza e Milano risultano tra le quattro province italiane con la maggior diffusione del contagio. Tanto che da oggi 3 gennaio la Lombardia è in zona gialla e rischia di andare in arancione se nei prossimi 7-10 giorni l'aumento dei ricoveri proseguisse al ritmo attuale. 

 

 

Ma la domanda è: perché l'epidemia si scatena sempre in Lombardia? Perché "rispetto al resto d'Italia ha molti più scambi con l'Europa e il resto del mondo - spiega Cesare Cislaghi, ex docente di Economia sanitaria all'università Statale di Milano ed ex presidente dell'Associazione italiana di epidemiologia - C'è anche da dire che, girando per Milano a ridosso delle festività, sembrava che il virus non esistesse". E l'arrivo di Omicron ha sparigliato tutto.

 

 

Sulla stessa linea Carlo La Vecchia, epidemiologo e docente di Statistica medica alla Statale: "Il paragone più semplice è tra Milano e Londra. Sono centri con un altissimo livello di connessione internazionale e di fortissimo interscambio nelle aree metropolitane. È logico che l'epidemia arrivi prima qui, non esiste altra spiegazione. L'unico tema da valutare ora è la proporzione di malattia grave che Omicron porterà".