Tragedia evitabile

Covid, focolaio al Ministero della Difesa: cosa c'è dietro la morte dell'impiegata Cinzia Lo Voi

L'istituzione del ministero della Difesa sarà chiamata in tribunale per la morte di un'impiegata che, in pieno lockdown, lavorava in presenza due giorni a settimana. Reduce da un tumore, con invalidità al 100 per cento, Cinzia Lo Voi aveva 58 anni e 38 di servizio è morta l'8 febbraio scorso dopo 17 giorni in ospedale. "L'hanno fatta tornare per smaltire l'arretrato, così hanno detto", racconta la figlia Maddalena.

 

"A quanto abbiamo capito c'era un militare con la moglie positiva a casa". Alcuni colleghi confermano, altri no: "Nessuno l'ha costretta, poteva restare a casa". L'ex marito e i figli della signora chiedono i danni. Il generale Salvatore Carta che dirigeva la Scuola, dove lavorava l'impiegata, fino ai primi di novembre, quando l'ha lasciata facendo un discorso che ha ferito i familiari dell'impiegata: "La Scuola ha saputo reagire - ha detto, riferendosi all'emergenza sanitaria -. Non si è fermata e ha continuato a svolgere la sua missione, con modalità diversificate e adeguate".

 

"Polmonite da Sars-Cov2 con insufficienza respiratoria e pneumotorace bilaterale con pneumomediastino, in soggetto già affetto da eteroplasia mammella (2018) trattata chirurgicamente e con chemio e radio terapia", dice la scheda Istat. "L'assicurata lavorava in smart working con rientro in ufficio all'occorrenza, su chiamata e comunque in media 1-2 volte la settimana - scrive l'Inail -. Sembrerebbe appurato che possibili fonti di contagio in ambiente lavorativo fossero presenti. Le giornate lavorative a contatto con i colleghi positivi sono compatibili con infezione avvenuta a causa di contatto lavorativo". La questione ora è finita davanti al Tribunale. Il caso potrebbe anche fare giurisdizione.