Si muove il Doge
Veneto, "i no-vax qui non entrano". Nel regno di Luca Zaia la misura estrema: tamponi, la pazienza è finita
Luca Zaia ha disposto la riduzione dei tamponi a pagamento ai no vax. Perché c'è carenza di sanitari, 61.200 dipendenti del sistema pubblico regionale, scrive il Corriere della Sera, e perché lo dice pure il commissario straordinario per l'emergenza Covid, il generale Francesco Paolo Figliuolo che ha imposto alle Regioni "di cogliere tutte le opportunità derivanti dall’impiego massivo delle risorse effettivamente impiegabili per il proseguimento della campagna vaccinale". Ergo, visto che non si possono spostare medici, infermieri e sanitari dagli ospedali, i medici di famiglia sono oberati e le guardie mediche si stanno dimettendo in massa, questa è l'unica soluzione: chiudere i centri per i tamponi per chi non è vaccinato e ha solo bisogno del Green pass.
In sostanza, potranno fare il tampone solo quelli che hanno sintomi, quindi per la diagnostica, mentre per chi non si è immunizzato e deve fare un tampone per ottenere la certificazione verde, restano solo le farmacie e pochi altri punti di primo intervento che comunque stanno pensando di rimodulare il servizio. Anche perché la campagna per le terze dosi, estesa dal 22 novembre alla fascia d’età 40/59 anni e da mercoledì anche alla coorte 18/39, richiede il trasferimento del personale nei punti vaccinali.
In Veneto peraltro c'è un aumento preoccupante dei positivi, con i ricoveri triplicati nell'ultimo mese. Ospite di Agorà, su Rai 3, il presidente della Regione Luca Zaia spiega che "la situazione non ci fa dormire sonni tranquilli, confermo però che i vaccini stanno facendo il loro lavoro, a parità di contagi quotidiani. Oggi registriamo oltre 2800 nuovi positivi, noi abbiamo un quarto dei ricoverati. Chi sono? In terapia intensiva l'83% non sono vaccinati. Il 55% nell'aresa non critica. Oggi non avrei una pressione ospedaliera che comincia ad intaccare le prestazioni, se non ci fossero state le vaccinazioni - sottolinea Zaia -. L'ultima ondata di Covid ha portato con sé 500 mila prestazioni inevase. Il Covid fa danni diretti ma molti di più di indiretti".