Supernonni
Sicilia, record di ultracentenari? "Io, siciliano, vi spiego il perché": mistero svelato
La Sicilia è la patria dei supernonni. Uno studio dell'Università di Palermo rivela che nell'isola ci sono 145 ultracentenari cui si aggiungono altre 14mila persone tra i 90 e i 99 anni. Il documento ci tiene a far sapere che l'elisir di lunga vita si beve nelle acque violente delle «sciare» e si respira fra i boschi e gli uliveti delle Madonie. Considerando che un pezzo della dote di famiglia comprende anche un po' di ettari di terreno da quelle parti la conclusione è semplice: perché restare a Milano? Il trasferimento, fra gli altri benefici, darebbe anche le forme a un'illusione: vista l'età attuale le aspettative di vita si allungherebbero di almeno quarant'anni. Non male. La nostalgia è uno stato d'animo che noi siciliani conosciamo bene. La chiamiamo "sicilianitudine" ed è un sentimento che non si perde mai. Nemmeno dopo quarant'anni vissuti fra Milano e Roma. Credendoci fino in fondo si riesce anche a trasmetterla alle figlie che in Sicilia non sono nate. L'hanno vista solo d'estate e ora vivono in altre terre e in altri continenti. Anche loro costrette a emigrare inseguendo sogni (e stipendi) impensabili in Italia.
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La nostalgia, però, non perdona. È contagiosa e le spinge a riempire le loro valigie di specialità locali «perché papà, che vuoi? questo olio, questo formaggio (ma lista è praticamente infinita) li trovo solo qui». E così viene tramandata di generazione in generazione l’antica regola di tutti i viaggiatori siciliani: gli aerei in partenza da Palermo sono gli unici al mondo dove sono i passeggeri a dare da bere e da mangiare alle hostess. Ma la tavola siciliana provoca anche imprevisti difficili da gestire. Per esempio il colloquio di lavoro di uno dei ragazzi che capita proprio il giorno del rientro. Dopo il mese di agosto passato fra pesce fritto, pane, e pasta. Tanta pasta. Di tutti i formati e condimenti: dal semplice pomodoro al nero di seppia. Dai ricci al gambero di Mazara. Ma anche arancine, panelle, cannoli, cassate, gelati. Vino bianco freddo. Sei chili in più sono difficili da camuffare. L’abito elegante che a luglio era un figurino fresco di atelier, a settembre è diventato uno strumento di tortura. Unica speranza che i bottoni tengano giusto il tempo dell’esame.
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Ora l’Università di Palermo comunica che trigliceridi e colesterolo hanno trovato nelle Madonie la cura perfetta. Bastano l’aria e l’acqua per ripulire il sangue. Così anche il cuore pompa senza interruzione. In media funziona per un centinaio d’anni. E così puoi provare anche a dimenticare il resto. Le solite classifiche che mettono l’Isola sempre in coda. Ma sono un equivoco perché con la nostalgia bisogna fare sempre i conti. I ricordi che diventano i mattoni della vita. Il passato che non è una pagina da strappare ma il sostegno del futuro. Anche a cento anni.
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