Contagio
Covid, "passeremo in zona rossa": choc e incubo, la regione verso la resa. Caos anche in Friuli: stretta già da lunedì?
La situazione si fa più complessa di minuto in minuto. Torna l'incubo del lockdown, delle limitazioni, delle zone rosse. E l'allarme non è soltanto in Friuli-Venezia Giulia, dove il governatore Massimiliano Fedriga, della Lega, ha detto chiaro e tondo: "Siamo a un passo dalla zona gialla". E i numeri, purtroppo, sembrano condannare la regione a tempo record, forse già dal prossimo lunedì, il 22 novembre.
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Si tratta di dati che fino a pochi mesi fa sarebbero costati la zona rossa, evitata poiché ora il numero di contagi viene incrociato con i posti letto disponibili, che hanno molta più incidenza. In Friuli l'incidenza settimanale è già a quota 233, ben oltre la soglia di 50; i posti letto delle terapie intensive sono occupati all'11 per cento (oltre la soglia del 10), mentre gli altri reparti sono a un passo da limite definito del 15 per cento (al 13).
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Ma come detto, non solo il Friuli. Anche Veneto e provincia di Bolzano rischiano di dover cambiare fascia e colorazione, dunque imporre nuove restrizioni (con il giallo c'è l'obbligo di mascherina all'aperto e il divieto di tavolate). E poco più dietro, con numeri meno pesanti ma che ora preoccupano, ecco Liguria, Valle d'Aosta e Marche. E chi è preoccupatissimo è Luca Zaia, governatore del Veneto: "Passeremo anche in zona rossa se non si fermano i contagi. Siamo preoccupati per questo incremento lento e inesorabile". Per quel che riguarda il Veneto, i posti letto occupati sono ancora sotto soglia (6 per cento in terapia intensiva e 4 per cento in area medica), ma l'incidenza settimanale è in continuo rialzo, ora a 115,3.
In Alto Adige invece, questa ha già sfondato la barriera dei 300 e, rapportata all'occupazione all'8 per cento delle terapie intensive e al 13 per cento dei reparti ordinari, non fa di certo ben sperare. Quindi le Marche, con 99 casi su 100mila abitanti e l'8% dei posti letto in terapia intensiva occupati; la Liguria con oltre 60 casi su 100mila persone e il tasso di crescita più alto d'Italia, all'88%; infine la Valle d'Aosta, con incidenza a 93 casi per 100mila abitanti, e posti letto di area medica occupati quasi all'11 per cento. Il contagio, purtroppo, non sembra rallentare.