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Variante Delta e vaccini, i ritardi nelle terze dosi e l'allarme rosso delle regioni

La somministrazione delle terze dosi - riservate per il momento a sanitari, anziani e fragili - procede a rilento. Finora, infatti, è stato eseguito poco più di un milione di iniezioni, complice anche il fatto che ogni Regione va per conto suo. In ogni caso il tempo stringe: tra novembre e dicembre dovrebbe toccare a una buona fetta degli over 60, mentre a gennaio si vorrebbe iniziare pure con la categoria over 50. Per evitare il caos e vaccinare tutti in tempo, prima di allarmanti picchi, si sta pensando - come riporta il Giorno - di dare la terza dose a chiunque lo voglia, fin da subito. A fare questa richiesta, tra gli altri, l’assessore alla Sanità del Lazio, Alessio D’Amato, e il presidente della Puglia Michele Emiliano.

 

 

 

"Ho parlato con il ministro Speranza e ho chiesto di procedere alla terza dose per tutti i cittadini. Se fosse pericolosa non potremmo farla ai sanitari, che sono di tutte le età. E allora, che aspettiamo, di trovarci ingolfati?", ha detto Emiliano. La linea del ministro della Salute, però, resta quella di procedere per fasce d'età e categorie a rischio. Vista la diminuzione di prime dosi e la lentezza con cui si fanno le terze, inoltre, diversi hub vaccinali hanno deciso di chiudere secondo un cosiddetto "piano a fisarmonica". Dunque si apre e si chiude a seconda delle esigenze. Una strategia che consente di risparmiare, ma che allo stesso tempo potrebbe rivelarsi pericolosa se la pandemia tornasse a colpire, come sta succedendo in Gran Bretagna o in Olanda. 

 

 

 

"Il governo ha deciso per adesso di procedere solo per i target di popolazione maggiormente a rischio. E quindi i centri vaccinali a disposizione sono a maggior ragione adeguati ai numeri, tanto è vero che i tempi di attesa sono limitati", ha spiegato l’assessore alla Sanità dell'Emilia Romagna Raffaele Donini.